Come funziona la tratta dei migranti in Libia? Chi la gestisce? La Guardia Costiera libica combatte i trafficanti oppure è collusa? E come opera la mafia che gestisce i centri di detenzione per i migranti? Sono domande a cui finora non era stata data alcuna risposta “per immagini”, ravvicinate e quindi incontrovertibili. “L’imbroglio”, è il tiitolo dello straordinario reportage di Amedeo Ricucci (immagini di Simone Bianchi). Andrà in onda domenica 3 alle 23.30 su RAI 1.
In presa diretta per la prima volta le telecamere riescono ad entrare, fra mille difficoltà e rischi, nei porti libici della tratta di esseri umani: a Sabratha, Motred, Zawiyah. E per la prima volta si lasciano intervistare alcuni degli uomini accusati di essere i negrieri del nuovo millennio. Per quasi un'ora scorrono volti, storie, documenti filmati inediti. Viene documentato il lavoro della Guardia Costiera libica, con le sue luci e soprattutto le sue ombre. Ci sono istanti drammatici, come quando i reporter italiani, scoperti dai trafficanti, vengono inseguiti a colpi di mitra. E appaiono personaggi controversi, come Abdurahman Milad detto “Bija”, il discusso comandante della Guardia Costiera di Zawiyah, finito nella lista nera dell’Onu perché ritenuto colluso con i trafficanti. Ma "L’imbroglio" è anche un viaggio nell’inferno dei Centri di detenzione per i migranti in Libia, e getta una luce inquietante sulla mafia che li gestisce per conto delle autorità e sulle continue violazioni dei diritti umani.