sabato 2 settembre 2017
Domenica alle 23.30 va in onda il reportage di Ricucci: per la prima volta davanti alle telecamere gli uomini accusati di essere i nuovi negrieri. Le ombre sul lavoro della Guardia costiera libica
Un reportage svela come funziona la mafia della tratta dei migranti in Libia

Come funziona la tratta dei migranti in Libia? Chi la gestisce? La Guardia Costiera libica combatte i trafficanti oppure è collusa? E come opera la mafia che gestisce i centri di detenzione per i migranti? Sono domande a cui finora non era stata data alcuna risposta “per immagini”, ravvicinate e quindi incontrovertibili. “L’imbroglio”, è il tiitolo dello straordinario reportage di Amedeo Ricucci (immagini di Simone Bianchi). Andrà in onda domenica 3 alle 23.30 su RAI 1.

In presa diretta per la prima volta le telecamere riescono ad entrare, fra mille difficoltà e rischi, nei porti libici della tratta di esseri umani: a Sabratha, Motred, Zawiyah. E per la prima volta si lasciano intervistare alcuni degli uomini accusati di essere i negrieri del nuovo millennio. Per quasi un'ora scorrono volti, storie, documenti filmati inediti. Viene documentato il lavoro della Guardia Costiera libica, con le sue luci e soprattutto le sue ombre. Ci sono istanti drammatici, come quando i reporter italiani, scoperti dai trafficanti, vengono inseguiti a colpi di mitra. E appaiono personaggi controversi, come Abdurahman Milad detto “Bija”, il discusso comandante della Guardia Costiera di Zawiyah, finito nella lista nera dell’Onu perché ritenuto colluso con i trafficanti. Ma "L’imbroglio" è anche un viaggio nell’inferno dei Centri di detenzione per i migranti in Libia, e getta una luce inquietante sulla mafia che li gestisce per conto delle autorità e sulle continue violazioni dei diritti umani.

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