venerdì 3 gennaio 2025
Un gruppo di reduci ha trascorso cinque giorni con i monaci ortodossi: preghiera, Eucarestia e bellezza di arte e natura per alleviare gravi sofferenze psichiche e fisiche
Un soldato osserva un'icona in una chiesa dell'Athos

Un soldato osserva un'icona in una chiesa dell'Athos - Reuters / Alexandros Avramidis

Cinque giorni sul monte Athos per curare le ferite di guerra dell'anima, dopo quelle del corpo. Negli antichi monasteri bizantini greco-ortodossi appollaiati sulle pendici del monte il cui nome è sinonimo del monachesimo orientale, e riconosciuti dall'Unesco patrimonio dell'umanità, è stato ospitato un gruppo di militari ucraini pesantemente segnati nel fisico e nella mente da tre anni di guerra. Partiti da Lviv (Leopoli), nell'ovest dell'Ucraina, il gruppo di 22 soldati ha raggiunto il nord della Grecia dopo un viaggio di oltre mille chilometri. L'agenzia Reuters, che riporta la storia, ne ha diffuso le immagini.

Organizzato dalle autorità ucraine, il soggiorno è avvenuto alla fine di novembre nell'ambito di un programma di sostegno psicologico per superare i traumi di guerra. Iniziative del genere sono state realizzate anche in altri conflitti. Reduci israeliani della guerra a Gaza, ad esempio, sono stati ospitati nei mesi scorsi in un resort immerso in un parco naturale del Montana, negli Stati Unit: hanno trascorso le loro giornate tra escursioni nei boschi, uscite in canoa e sedute di gruppo con psicologi in uno scenario di bellezza e serenità.

Il monastero Simon Petras: sono una ventina i monasteri dell'Athos, riuniti in 12 skite (comunità di monaci) e in circa 250 celle (eremi isolati). Accolgono in totale 1.500 monaci

Il monastero Simon Petras: sono una ventina i monasteri dell'Athos, riuniti in 12 skite (comunità di monaci) e in circa 250 celle (eremi isolati). Accolgono in totale 1.500 monaci - Reuters / Alexandros Avramidis

Ma per i reduci ucraini quello sul monte Athos è stato un vero pellegrinaggio. Hanno incontrato i monaci, parlato con loro. Partecipato alle funzioni religiose. Pregato, per sé e per i propri cari. Ad accompagnarli c'era padre Mykhailo Pasirskyi, della Chiesa ortodossa ucraina. «Molti soffrono continuamente per eventi che gli sono successi in questi tre anni. Soffrono di diversi mali: sono feriti e dobbiamo riabilitarli» ha detto al giornalista della Reuters Alexandros Avramidis.

Durante una funzione in una cappella

Durante una funzione in una cappella - Reuters / Alexandros Avramidis

Qualcuno porta cicatrici visibili sul corpo, nell'anima sono tutti gravemente feriti. Ivan Kovalyk ha 22 anni ed entrambe le gambe amputate fino al ginocchio. Per salire lungo i ripidi acciottolati sconnessi, i compagni l'hanno dovuto trasportare a braccia. In situazioni meno disagevoli usa con padronanza le sue protesi.

I commilitoni portano a braccio Ivan, 22 anni, amputato di entrambe le gambe, lungo l'acciottolato che sale ai monasteri del monte Athos

I commilitoni portano a braccio Ivan, 22 anni, amputato di entrambe le gambe, lungo l'acciottolato che sale ai monasteri del monte Athos - Reuters / Alexandros Avramidis

Era il settembre del 2023, quando il mondo gli è caduto addosso. Si trovava sulla linea del fronte, in quel momento non era impegnato nei combattimenti. Gli è stato chiesto di andare a prendere una radio, del cibo e dell'acqua. Mentre camminava, una granata gli è esplosa vicino lasciandolo disabile. La visita al monte Athos, ha detto alla Reuters, «mi ha aiutato molto, mi ha dato sollievo dallo stress». Spera di tornare sull'Athos, in futuro. «Ho sempre avuto il sostegno dei miei familiari, degli amici, dei commilitoni e dello Stato. Altrimenti non ce l'avrei fatta», ammette.

Ivan Kovalyk, 22 anni, in un momento di riposo nel monastero del Pantocratore

Ivan Kovalyk, 22 anni, in un momento di riposo nel monastero del Pantocratore - Reuters / Alexandros Avramidis

Entro le massicce mura in pietra dei monasteri, risalenti al X secolo e il cui ingresso è vietato alle donne (perché solo la Vergine Maria, secondo la Chiesa greco-ortodossa, avrebbe calpestato il suolo del monte), in anguste cappelle dove la luce filtra a malapena dalle finestre sottili e il profumo dell'incenso induce al raccoglimento, i reduci si sono accostati all'Eucarestia.

Il funzionario d'intelligence militare Volodymyr Yakhtorovych, 41 anni, riceve l'Eucarestia nel monastero del Pantocratore

Il funzionario d'intelligence militare Volodymyr Yakhtorovych, 41 anni, riceve l'Eucarestia nel monastero del Pantocratore - Reuters / Alexandros Avramidis

Su foglietti hanno scritto i nomi dei cari per i quali volevano pregare. E dalle terrazze affacciate sull'Egeo, tra una funzione e l'altra, hanno scattato foto e chiacchierato come fanno tutti i visitatori.

Un soldato scrive su un foglietto il nome delle persone per le quali pregare

Un soldato scrive su un foglietto il nome delle persone per le quali pregare - Reuters / Alexandros Avramidis

«Cinque giorni trascorsi sull'Athos - osserva con la Reuters Orest Kavetskyi, funzionario regionale di Lviv che ha contribuito a organizzare il viaggio - valgono quanto un anno di riabilitazione in Ucraina, negli ospedali o in altri centri di cura». «Quando ha visitato l'Athos - aggiunge - ho sentito la grazia di Dio, la Sua benedizione, la grandezza dell'Athos».

I militari durante una funzione religiosa

I militari durante una funzione religiosa - Reuters / Alexandros Avramidis


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