«I bambini conoscono i loro diritti e ne sono testimonianza attiva ogni giorno. Spesso siamo noi adulti a dimenticarcene, dimentichiamo anche i nostri diritti e altrettanto facilmente non ricordiamo i doveri che puntualmente ciascun diritto richiama. L’altalena vuole essere un modo per tener memoria di ciò che si deve fare sempre e con tutti, emblema dei diritti e doveri in una perfetta alternanza di suoni»; lo scrive la dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo Trento 6, Paola Pasqualin, presentando la canzone e il video realizzato dai bambini di una classe delle elementari. "L’altalena vuole essere l’augurio speciale affinché ciascuno di noi contribuisca attivamente per quel che può e come può alla propria e all'altrui felicità. L’altalena è frutto di chi ogni giorno - dei diritti e dei doveri sanciti nelle Dichiarazioni - ne fa uno stile di vita".
"Portami via da chi mi dice che questo gioco non è per me, che sto occupando un posto che deve essere di qualcun altro, sì deve essere di un bimbo bianco", recita la canzone. È il giornale online Il Dolomiti a spiegare il senso dell'iniziativa della scuola: «È la risposta dell'istituto comprensivo Trento 6 alla città dopo che la consigliera Katia Rossato, appena eletta, aveva rilasciato delle dichiarazioni alla stampa in cui diceva che le famiglie dei profughi "si piazzano al parco, utilizzano tutte le panchine e i bambini rimangono seduti sui giochi"»
Una presa di posizione in musica da parte della dirigente scolastica Paola Pasqualin, delle maestre e (si presume) dei genitori degli alunni. "Tienimi lontano da quel tempo in cui soltanto chi era alto e biondo poteva avere un posto in questo mondo - si ascolta nel videoclip pubblicato sul portale dell'Istituto comprensivo - Che deve essere di tutti quanti, io ne son degna quanto tutti gli altri". Ancora: "Fammi volare, portami in alto per non sentire le frasi ostili di chi divide e le parole di chi mi esclude".