venerdì 2 aprile 2021
Il Tribunale dell'Aja stabilisce un compenso simbolico per il saccheggio e la distruzione dei monumenti del Mali, patrimonio mondiale dell'Unesco, a opera dal leader jihadista al-Mahdi
Una delle classiche costruzioni di Timbuctu

Una delle classiche costruzioni di Timbuctu

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Un risarcimento simbolico in nome della cultura. Perché «l’impunità non è un’opzione». A quasi un decennio dalla distruzione dei mausolei di Timbuctu, patrimonio mondiale dell’Unesco, saccheggiati e distrutti come la porta sacra della moschea Sidi Yahia durante l’occupazione del nord del Mali da parte di diversi gruppi armati, il Paese e l’Unesco hanno ricevuto martedì un primo riconoscimento simbolico. La Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) che ha condannato Ahmad Al Faqi al-Mahdi (leader della milizia islamista tuareg Ansar Din in Nord Africa) per aver raso al suolo edifici religiosi e storici, ha voluto risarcire il Mali simbolicamente con un euro per i danni subiti dal popolo maliano e dalla comunità internazionale. Per la prima volta la Corte ha considerato la distruzione di beni culturali come un crimine di guerra.

Il procuratore della Cpi, Fatou Bensouda, partecipando alla cerimonia di riparazione simbolica nella capitale maliana Bamako, ha sottolineato l’importanza dei risarcimenti nei processi giudiziari e nella ricostruzione sociale. La generazioni future devono essere consapevoli , ha detto, che «tutti i popoli sono uniti da stretti legami e che le loro culture formano un patrimonio comune». «L’eredità maliana millenaria è stata presa di mira perché incarna l’anima viva di una società e di un popolo», ha sottolineato Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco».

Il 27 settembre 2016 Ahmad Al Faqi al-Mahdi è stato condannato a 9 anni per il suo coinvolgimento nell’abbattimento di una decina di mausolei e siti religiosi risalenti all’XI secolo, quando Timbuctu era un’importante città commerciale e centro dell’islam sufi, dottrina osteggiata dai gruppi jihadisti. Ansar Din ha controllato il nord del Mali per dieci mesi nel 2012, prima di essere cacciato da un intervento internazionale innescato nel gennaio 2013 dalla Francia. La Cpi ha stimato che la distruzione dei mausolei ha causato 2,7 milioni di euro di danni e ha ordinato risarcimenti per le vittime.

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