Ancora una stretta del regime contro i giornalisti in Turchia. La polizia ha fermato questa mattina Oguz Guven, direttore del sito di «Cumhuriyet», giornale di opposizione laica al presidente Recep Tayyip Erdogan. Lo ha annunciato lo stesso reporter con un tweet. Secondo l'agenzia turca Anadolu, il mandato d'arresto è stato emesso per un articolo sulla morte sospetta nei giorni scorsi in un incidente d'auto del magistrato Mustafa Alper, che avviò la prima indagine contro la presunta rete golpista di Gulen dopo il fallito golpe del 15 luglio scorso. Da oltre 6 mesi, altri 12 giornalisti e amministratori di «Cumhuriyet» sono in carcere, tra cui il direttore Murat Sabuncu. L'ex direttore Can Dundar, già arrestato in passato e tuttora ricercato, è riparato in Germania.
Arrestata pure traduttrice tedesca
Sempre questa mattina si è appreso che forze speciali dell'antiterrorismo hanno arrestato a Istanbul una traduttrice tedesca. Lo annuncia la televisione pubblica tedesca Ard, precisando che l'arresto sarebbe avvenuto nella notte del 30 aprile. La donna, Mesale Tolu, 33 anni, di origini turche e cresciuta nel Baden Wuerttemberg, sarebbe stata trasferita nel carcere femminile di Istanbul 5 giorni fa. Le forze speciali avrebbero fatto irruzione nella notte nel suo appartamento, dove la giornalista dormiva con il figlio di due anni e mezzo. Nel mandato di arresto il giudice rimprovera alla traduttrice il reato di propaganda terroristica e anche di appartenenza ad organizzazione terroristica.
Celik: «Turchia sicura per chi fa vero giornalismo»
Il ministro turco per gli affari europei, Omer Celik, ieri a Strasburgo per incontrare il segretario generale del Consiglio d'Europa aveva affermato che i giornalisti stranieri sono al sicuro in Turchia e possono lavorare tranquillamente godendo della libertà di stampa, ma non devono avere alcun contatto con le «organizzazioni terroristiche» altrimenti le autorità apriranno inchieste e prenderanno determinate misure. Per Celik «la Turchia è sicura per chi fa vero giornalismo», ma «se un individuo, fingendosi giornalista si avvicina o partecipa ad attività terroristiche o va alle riunioni di organizzazioni terroristiche, ovviamente sarà oggetto d'inchiesta o verranno prese determinate misure», ha precisato il ministro.
Mandato di cattura per 102 operatori di borsa
Sempre questa mattina la procura di Istanbul ha emesso un mandato di cattura per 102 operatori della borsa locale, pure loro accusati di legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Un'operazione di polizia è stata condotta all'alba in sei quartieri della metropoli, portando all'arresto di almeno 57 fra i ricercati. Parallelamente, un'altra operazione della guardia di finanza turca, tuttora in corso, ha portato ad altri 57 fermi in diverse città, sempre per sospetti legami con i "gulenisti".
Martedì faccia a faccia Erdogan-Trump
Questo nuovo giro di vite del regime avviene a pochi giorni dalla visita del presidente Erdogan alla Casa Bianca, in programma mercoledì prossimo. Nei giorni scorsi lo stesso Erdogan, come tutti gli esponenti del suo governo, avevano aspramente criticato la decisione del Pentagono di fornire le armi alle unità del Ypg, i militari curde che costituiscono la parte preponderante delle Forze democratiche siriane impegnate nella riconquista di Raqqa, ultima roccaforte del Daesh in Siria. «Non pensiamo che gli Usa facciano una bella figura accanto a un'organizzazione terroristica», ha ribadito ieri il presidente turco. Erdogan ha parlato alla partenza per un tour che lo porterà prima in Cina, dove incontrerà di nuovo anche Vladimir Putin, e poi negli Usa, per il primo faccia con Donald Trump, con cui intende affrontare la questione dei curdi. «Non c'è una minaccia terroristica né per gli Usa né per la Russia in questa regione. La minaccia è contro di noi e il nostro popolo, quindi cosa importa agli altri?», ha aggiunto Erdogan, ribadendo che «un'organizzazione terroristica (il Daesh, ndr) non può essere eliminata con un'altra organizzazione terroristica», quale è per la Turchia l'Ypg. In un comunicato della Casa Bianca si afferma che i due leader discuteranno di come rafforzare la «relazione bilaterale» e rinsaldare la «collaborazione per affrontare il terrorismo in tutte le sue forme».