Mohamed Abdullahi Mohamed “Farmajo”, 54 anni, è il nuovo presidente (Ansa/Ap)
Con 184 voti, Mohamed Abdullahi Mohamed “Farmajo” è diventato il primo presidente somalo eletto in modo democratico dopo decenni di dittatura e guerra civile. L’ex primo ministro ha vinto le elezioni al secondo turno. «Abbiamo fatto la storia, siamo sul cammino della democrazia – ha dichiarato ieri il presidente uscente, Hassan Sheik Mohamud, dopo aver rinunciato a partecipare al terzo turno –. Ora voglio congratularmi con Mohamed Abdullahi “Farmajo”». È dal 1969 che la Somalia, prima per la dittatura dell’ex presidente, Siad Barre, e poi per la guerra civile nel 1991, non ha avuto un processo elettorale democratico.
Abdullahi “farmajo” (il soprannome significa formaggio) , fondatore del partito politico Tayo («qualità» in somalo), ha la doppia nazionalità somala e statunitense, ed è stato primo ministro per qualche mese tra il 2011 e il 2012. «Il nuovo presidente somalo è considerato un abile professore, diplomatico e politico – affermano gli esperti, i quali hanno però denunciato l’alto livello di corruzione che ha marcato le elezioni –. La prima sfida che Abdullahi dovrà affrontare sarà l’unificazione di una Somalia in guerra divisa da poteri clanici e minacce jihadiste».
I 275 parlamentari e 54 senatori hanno votato fino a tarda serata nell’aeroporto della capitale, Mogadiscio, per evitare gli attacchi degli estremisti islamici di al-Shabaab: lo scalo è infatti considerato ola zona più sicura e difendibile della capitale somala. Inoltre buona parte dei deputati vive all'estero, per ragioni di sicurezza, soprattutto nel confinante Kenya. «I ribelli hanno lanciato verso l’aeroporto cinque razzi», hanno detto ieri fonti governative. Inoltre, almeno sei persone sono rimaste uccise dopo che un gruppo di uomini armati ha attaccato il Village hotel a Bosaso, capitale della regione settentrionale semi-autonoma del Puntland.