giovedì 14 dicembre 2023
"Il nostro compito? La denazificazione di Kiev". "Orban? Difende gli interessi nazionali". Secondo il Cremlino, la crescita del Pil russo sarà del 3,5%
Il fermo immagine del sosia di Vladimir Putin, generato con l’intelligenza artificiale, che pone una delle due domande al presidente russo durante la lunghissima conferenza stampa

Il fermo immagine del sosia di Vladimir Putin, generato con l’intelligenza artificiale, che pone una delle due domande al presidente russo durante la lunghissima conferenza stampa - Screenshot

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Vladimir Putin è tornato, dopo un silenzio di due anni, in una conferenza stampa che si è trasformata in uno show personale dove ha risposto a domande di giornalisti e connazionali selezionati, fino a farsi porre anche due domande da un suo sosia generato con l’intelligenza artificiale. Un presidente a tutto campo, sicuro di sé e che ha evitato con cura di descrivere la reale situazione del Paese, sotto tutti i punti di vista, a iniziare da quello economico, fino a proseguire con la sorte dell’oppositore Alexeij Navalny, condannato a 19 anni di carcere e di cui non si hanno notizie da giorni.

Della situazione internazionale, Putin ha voluto parlare già all’inizio della conferenza. Un setting completamente diverso da quello degli altri anni. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, che introduce le domande dei giornalisti e i video con le domande dei connazionali raccolte in giro per la Russia. Putin seduto al centro di un grande tavolo, fra due giornalisti, un uomo e una donna, della tv di Stato che si relazionano con lui chiedendo chiarimenti sulle risposte, anche questi minuziosamente studiati a tavolino.
«Il nostro primo compito – ha spiegato Putin – è difendere la nostra sovranità. Per un Paese come la Russia, sopravvivere senza sovranità non è possibile».

Il riferimento, nell’ormai consueta ottica della verità ribaltata dalla Russia è all’Ucraina e qui è arrivato l’affondo del capo del Cremlino: «La pace in Ucraina arriverà solo quando avremo raggiunto i nostri obiettivi». E qui è partito l’affondo contro Kiev. Putin ha definito la controffensiva «ufficialmente fallita» e accusato l’Ucraina di essere interamente dipendente dagli aiuti dall’estero, perché di suo non produce niente. «Tutto arriva dall’Occidente. Ma questo omaggio un giorno potrebbe finire e, a quanto pare, sta finendo», ha spiegato Putin, non senza un filo di sarcasmo, riferendosi evidentemente alla nuova tranche di aiuti bloccata dal partito repubblicano negli Stati Uniti.

Il presidente ha fatto diretto riferimento alla “denazificazione” e alla “demilitarizzazione” dell’ex repubblica sovietica, con la quale è in guerra dal 2014 che nel febbraio 2022 è stata invasa nuovamente dalle armate di Mosca. Il tema della Novorossiya, ossia quelle regioni dell’Ucraina, che per il presidente appartengono alla Russia, secondo una lettura distorta della storia, è tornato con prepotenza nel suo discorso. Il numero uno del Cremlino ha affermato che tutto il sud-est dell’Ucraina è sempre stato filo russo e che prima dello scoppio della guerra “lo sapevano tutti”. Soprattutto il presidente ha definito russa anche la città di Odessa, per il momento ancora saldamente in mani ucraine.

Nelle sue risposte ha voluto puntare molto sulla fase di debolezza attraversata da Kiev in questo momento del conflitto. Il presidente detto chiaramente che, se l’Ucraina non accetterà la demilitarizzazione e lo status di Paese neutrale, ossia fuori dalla Nato, allora Mosca sarà «costretta a ricorrere ad altre misure», senza specificare quali. Pur avendo escluso una nuova mobilitazione, come quella del settembre 2022, ha comunque garantito che entro la fine dell’anno ci dovrebbe essere un altro mezzo milione di volontari pronto a entrare a fare parte delle forze impegnate al fronte, la cui posizione «è migliorata lungo tutta la linea di contatto». In questo momento, nella zona di combattimento, ci sono circa 617mila persone. Una brutta notizia non solo per Kiev, ma anche per Bruxelles e Washington. Se l’Europa è stata accusata di aver voluto rompere i rapporti con la Russia perché non ne ha rispettato l’esigenza di proteggere la sua sovranità, gli Stati Uniti sono stati accusati di aver sabotato il gasdotto Nord Stream. Nonostante questo, però, Putin si è detto «pronto a costruire rapporti con Washington» ritenendolo un fatto «importante e necessario».

Putin ha le idee chiare anche sulla situazione in Medio Oriente. Abbandonata l’amicizia con Israele, ha annunciato che la Russia costruirà un ospedale a Gaza, entrando di fatto, grazie al rapporto con Hamas, nella gestione della Striscia una volta che il conflitto sarà finito.

Il presidente ha gonfiato i muscoli anche quando si è trattato di descrivere la situazione economica del Paese. Nel 2023 l’economia crescerà del 2,9% e le sanzioni non stanno dando il risultato che l’Occidente sperava.

Oltre quattro ore di autoelogio, con tanto di intervista a sé stesso sul tema dell’intelligenza artificiale. «Quando i leader dell'intelligenza artificiale riconosceranno che rappresenta una minaccia, allora probabilmente inizieranno ad accordarsi come con la bomba atomica». Peccato che, dall’inizio della guerra, più di una volta proprio il presidente abbia minacciato l’utilizzo dell’arma nucleare, segno che, quando c’è di mezzo la Russia, c’è anche poco da stare tranquilli.

E, mentre sui social si diffondevano meme sul presidente e in molti commentavano che, più che di una conferenza si era trattato di un monologo, Putin ha chiuso dicendo: «Sono arrivato fin qui perché ho sempre creduto nella grandezza del popolo russo e sono sempre stato attento a non credere troppo ai cosiddetti partner». Di sicuro, il popolo russo crede a lui perché non può fare altro.

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