“Bisogna agire in base alla legge con iniziative efficaci contro violazioni che disturbano, minacciano e distruggono la stabilità dello Stato, la pubblica sicurezza e la legalità”, ha comunicato oggi la leadership militare attraverso la televisione pubblica Mrtv. I mass media ufficiali hanno parlato anche di “manovre” non ben precisate per costringere i birmani ad azioni illegali, mentre fonti di parte democratica hanno avvisato che la diffusione di foto di cecchini appostati per controllare le manifestazioni, come pure le notizie di uccisioni, sarebbero state diffuse dagli stessi militari per intimidire la popolazione - Reuters
Sfidando anche l’ordine dato agli uomini in divisa di utilizzare le armi se necessario contro le centinaia di migliaia di manifestanti che quasi ovunque nel Paese stanno chiedendo il ripristino della democrazia sospesa per 12 mesi e la liberazione di Aung San Suu Kyi, la Premio Nobel per la Pace che ha guidato la lotta nonviolenta dei birmani dal 1990 e dal 2011 ha indirizzato i governi civili. - Reuters
e con il passare delle ore appare chiaro la determinazione della popolazione a non farsi privare di diritti e libertà concedendo ai vertici militari ancora una volta di sabotare il risultato elettorale e porsi a tutori del destino di 55 milioni di birmani, cresce il sostegno internazionale che, ora come mai in passato, potrebbe essere determinante per risolvere la situazione senza violenze e convincere i militari guidati dal generale Min Aung Hlain la rientrare nei loro ruoli istituzionali, peraltro già fortemente privilegiati. - Ansa
Ieri durante l’Angelus papa Francesco ha espresso “solidarietà con il popolo birmano" e sollecitato i militari a optare per la "coesistenza democratica”, in questo in sintonia con la Chiesa birmana che nei giorni scorsi si era espressa per il pieno sostegno alla leadership di Ang San Suu Kyi per voce del cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon e presidente della Conferenza episcopale cattolica del Myanmar. - Ansa
Tanti capi di stato e governi, tra i primi il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden hanno chiesto ai generali di lasciare il potere. Nella foto, i monaci buddisti salutano con le tre dita i manifestanti in corteo che chiedono la liberazione di Aung San Suu Kyi - Reuters
Stamattina le autorità, che ieri avevano in buona parte ripristinato le comunicazioni Internet, hanno annunciato il coprifuoco dalle 20 alle 4 del mattino. - Ansa
A una settimana dal colpo di Stato che ha riportato il Myanmar sotto il controllo delle forze armate dopo un decennio di democrazia acerba ma voluta dalla stragrande maggioranza dei birmani, le autorità militari hanno dichiarato la legge marziale nella città di Mandalay, la seconda del Paese. Una risposta alla determinazione della popolazione che lo scorso novembre aveva rinnovato la piena fiducia nell’acerba democrazia birmana con un voto plebiscitario e che da sabato in modo crescente è scesa per le strade sfidando gli idranti e gli avvertimenti.