sabato 27 maggio 2017
Si vuole fare chiarezza sui suoi incontri del dicembre scorso tra Kushner con l'ambasciatore russo a Washington e con un banchiere di Mosca. Il rientro anticipato a Washington.
«Il genero di Trump voleva un canale segreto con Mosca»
COMMENTA E CONDIVIDI

Nuova tegola per Donald Trump: il genero Jared Kushner, marito della figlia preferita del tycoon Ivanka e consigliere del presidente Usa, è sotto indagine da parte dell'Fbi per quel che riguarda il cosiddetto Russiagate. Lo riportano Washington Post e Nbc News. Nel mirino ci sarebbero i suoi incontri del dicembre scorso e altri possibili contatti con l'ambasciatore russo e con un banchiere di Mosca.

Sia il Bureau che diverse commissioni al Congresso e il 'procuratore speciale' nominato dal dipartimento di Giustizia, l'ex direttore dell'Fbi Robert Mueller, stanno indagando sulla presunta collusione tra la campagna di Trump e la Russia e sui possibili tentativi di influenzare le elezioni presidenziali che hanno portato alla vittoria di Trump. La questione ha investito la sua amministrazione da quando il tycoon ha licenziato il direttore dell'Fbi James Comey.

«E' disponibile a parlare»

Le indagini su Kushner, hanno comunque precisato le fonti a Nbc News, non significano che gli investigatori lo sospettino di aver commesso un crimine o che intendano addebitarglielo. Uno dei legali del genero di Trump, Jamie Gorelick, ha sottolineato che il suo cliente è disponibile a collaborare. "Kushner - ha spiegato - si è già offerto di condividere con il Congresso quello che sa su questi incontri. Farà lo stesso se viene contattato in relazione a qualsiasi altra inchiesta". Di fatto però il consigliere della Casa Bianca e la moglie Ivanka sono già rientrati a Washington: hanno accorciato di almeno tre giorni il soggiorno a Roma mentre il presidente era impegnato al G7 di Taormina.

Intanto, il presidente della Commissione di vigilanza della Camera, il repubblicano Jason Chaffetz, ha chiesto all'Fbi di produrre documenti circa i contatti dell'ex direttore del Bureau James Comey con la Casa Bianca e con il dipartimento di Giustizia, compreso materiale che va indietro nel tempo fino al 2013 e quindi all'Amministrazione Obama. La richiesta in una lettera inviata al direttore dell'Fbi ad interim Andrew McCabe. Intanto restano aperti anche due aspetti di indagine relativi alla Casa Bianca. Emerge infatti che Comey sapeva che alcune informazioni relative all'inchiesta sulle email di Hillary Clinton erano false, create dall'intelligence russa, ma temeva che se diventate di pubblico dominio avrebbero sminuito la stessa inchiesta e ciò indusse Comey ad agire unilateralmente la scorsa estate nel dichiarare che l'inchiesta era conclusa. Lo riferisce la Cnn citando diverse fonti informate. Ma i media statunitensi scavano ora anche sul fronte del conflitto di interessi che potrebbe coinvolgere Kushner.

Ricchezze e conflitto d'interessi

Quartieri residenziali del Maryland, un complesso commerciale a Times Square a Manhattan, appartamenti in località del Midwest, come Toledo o la sperduta Speedway. Jared Kushner ha infatti mantenuto il controllo del 90 per cento del suo patrimonio immobiliare dopo il suo arrivo alla Casa Bianca (valore è compreso fra i 132 milioni e i 407 milioni di dollari). Le proprietà fanno capo a centinaia di compagnie private. Alcune sono gestite da società di comodo di cui è di fatto impossibile seguire le tracce,
come ha scritto il Washington Post dopo aver indagato e provato, inutilmente, a chiedere ragguagli allo stesso Kushner. Il genero di Trump possiede azioni in compagnie che spesso non hanno impiegati, uffici o siti web. Alcune sono controllate attraverso sedi registrate in modo generico a Dover, nel Delaware, e funzionano come holding per altri asset.

Dietro le quinte del potere

Quando era ceo dell'impero immobiliare della sua famiglia, la Kushner Cos (dall'età di 24 anni, quando il padre Charles è stato condannato e quindi detenuto per evasione fiscale e subornazione di testimoni) l'attuale consigliere di alto grado del presidente americano ora al centro dell'interesse dell'indagine sul Russiagate del Fbi, aveva messo in cantiere due diversi palazzi per appartamenti di lusso, uno di fronte all'alto, a Jersey City, con vista mozzafiato sullo skyline di Manhattan (indirizzi: One Journal Square e 30 Journal Square). Ma nella sua dichiarazione su potenziali conflitti di interesse in vista del suo arrivo alla Casa Bianca e quindi sugli impegni presi con l'Amministrazione, Kushner ha distinto i due progetti: ha venduto le sue azioni di uno, ma ha mantenuto quelle dell'altro, per un valore di cinque milioni di dollari. Il motivo rimane oscuro, così come molti altri aspetti dei suoi interessi commerciali e finanziari.

Al momento, l'unica cosa su cui può contare l'opinione pubblica è l'assicurazione della Casa Bianca che tutti stanno rispettando le regole etiche", ha commentato Don Fox, ex consigliere generale dell'Office of Government Ethics. In particolare, a sollevare le perplessità degli esperti, c'è la Thrive Capital, in cui Kuchner ha mantenuto fino a poco tempo fa una partecipazione, un fondo di
investimenti che possiede azioni di Oscar, una società attiva nel settore della sanità fondata con il fratello Joshua.
L'asset di maggior valore di Kushner è la Bfps Ventures, compagnia immobiliare di New York del valore di 50 milioni di dollari e a cui farebbe capo la Cadre, una start up nata nel 2014, basata nel quartire di Manhattan di Nolita, che si propone di rendere più agili gli investimenti nel settore immobiliare, rendendoli simili a quelli azionari, che conta fra i suoi investitori il russo Yuri Milner. Una nota a margine della dichiarazione etica di Kushner si limita a precisare che "gli asset in conflitto" all'interno della Bfps sono stati venduti. Di più al momento, non è dato sapere.

Il canale segreto

I media Usa rivelano anche che Jared Kushner e l'ambasciatore russo a Washington discussero pure della possibilità di istituire un canale di comunicazione segreto e sicuro tra il "transition team" di Donald Trump e il Cremlino ricorrendo alle strutture diplomatiche russe nell'apparente tentativo di schermare rispetto ad un eventuale monitoraggio le discussioni che sarebbero intercorse tra loro nella fase precedente l'insediamento del 20 gennaio scorso. Lo ha rivelato sempre oggi il Washington Post. L'ambasciatore Sergeij Kislyak - si legge - riferì ai suoi superiori a Mosca che Kushner, genero e confidente dell'allora presidente eletto Donald Trump avanzò la proposta durante un incontro avuto il primo o 2 dicembre nella Trump Tower, stando ad intercettazioni delle comunicazioni russe esaminate da funzionari americani. Kislyak disse che Kushner aveva suggerito di usare le strutture diplomatiche russe negli Stati Uniti per le comunicazioni. All'incontro era presente Michael Flynn, primo consigliere per la sicurezza nazionale di Trump. Solo nel mese di marzo scorso - dopo che la vicenda è arrivata ai media - la Casa Bianca ha dato notizia dell'incontro, relativizzandone il significato. Ma, scrive il Post citando persone a conoscenza del caso, il Fbi ora considera quell'incontro - così come un altro avuto da Kushner con un banchiere russo - di interesse investigativo.

Kislyak sarebbe rimasto spiazzato dalla proposta di consentire ad un americano di far uso di dispositivi di comunicazione russi nella sua ambasciata o al consolato, una proposta che avrebbe potuto comportare rischi per la sicurezza per Mosca, oltre che per il team di Trump. Né
l'incontro né le comunicazioni degli americani coinvolti erano sotto sorveglianza americana, sottolinea il quotidiano statunitense citando funzionari. Nessun commento da parte della Casa Bianca, riferisce ancora il Washington Post, né di Robert Kelner, legale di Flynn. L'ambasciata russa non ha risposto ad una richiesta di commento, precisa.
A volte Mosca, si legge ancora, immette nelle reti o canali di comunicazione che sospetta vengano monitorati false informazioni, allo scopo di seminare disinformazione e confusione tra gli analisti americani. Ma secondo i funzionari cui fa riferimento il giornale non si capisce cosa avrebbe avuto da guadagnarci Kislyak nel fornire a Mosca una descrizione non corrispondente al vero dei suoi contatti con Kushner.




© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: