Arriva dall’India il sussidio per la prossima Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Traendo spunto da Michea (6,6-8) , si focalizza sulla domanda: «Che cosa esige Dio da noi?». Sono pagine intense, in cui risuona con forza il grido di dolore dei cristiani perseguitati e l’ansia di liberazione e di riscatto sociale dei dalit , dei fuori casta, degli ultimi della terra, schiacciati dai potenti, ma prediletti da Dio. La prima redazione del sussidio è stata affidata al Movimento studentesco cristiano dell’India ( Student Christian Movement of India ), in collaborazione con la Federazione degli universitari cattolici di tutta l’India ( All India catholic university federation ) e al Consiglio nazionale delle Chiese in India ( National Council of Churches in India).Nel settembre 201, a Bangalore, è stata scritta la versione definitiva, con l’intervento della Commissione internazionale nominata dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il Movimento studentesco cristiano dell’India costituisce la più antica organizzazione giovanile ecumenica del Paese. Ha come simbolo una candela accesa circondata dalla scritta «Che tutti siano uno». Vi aderiscono 10 mila universitari appartenenti a tutte le denominazioni cristiane sparse sul territorio. Essi si impegnano in iniziative a favore della pace, della giustizia, della salvaguardia del creato, del dialogo interreligioso e interconfessionale. Hanno una forte sensibilità per le questioni sociali, nella volontà di promuovere la dignità della donna e di difendere i diritti dei più poveri.Il Movimento ha festeggiato i cent’anni di attività il 28 gennaio 2012 con una celebrazione di ringraziamento a Serampore nel Bengala, dove nacque. Proprio per solennizzare il centenario ha ricevuto l’incarico di preparare il testo per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2013. In queste pagine è racchiusa una netta condanna della rigida suddivisione in caste, accanto alla difesa appassionata dei diritti dei dalit . «Attraverso la Settimana di preghiera – è scritto nel sussidio – i cristiani di tutto il mondo si chiedono in fraternità ecumenica che cosa significa praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro Dio. Questo tema è sviluppato attraverso gli otto giorni con la metafora del cammino. Per le comunità dei dalit , il cammino verso la liberazione è inseparabile dal cammino verso l’unità. E così in questa settimana il nostro cammino con i dalit, e con tutti quelli che spasimano per la giustizia, è parte integrante della preghiera per l’unità dei cristiani. Siamo invitati ad uscire fuori dai posti tranquilli del nostro comfort. Con le persone ferite di ogni tempo e luogo, Cristo chiede al Padre perché l’ha abbandonato. È chiaro quale direzione dobbiamo prendere: essere con Cristo significa essere solidali con chi è ai margini, poiché Cristo, il crocifisso, condivide profondamente i patimenti dei dalit , le piaghe degli ultimi della terra».Il testo sostiene con altrettanto vigore il diritto dei cristiani di professare liberamente la propria fede e dà spazio alla voce coraggiosa di una donna che in Orissa ha sofferto per Cristo. In India ci sono 24 milioni di cristiani, di cui i cattolici costituiscono il gruppo più numeroso. Il Consiglio nazionale delle Chiese è espressione delle Chiese protestanti ed ortodosse e rappresenta 13 milioni di persone. Le recenti persecuzioni hanno colpito cattolici, protestanti, ortodossi. In tutti è forte il desiderio di salvezza espresso da Tagore in «Gitanjali», con la poesia che apre anche la liturgia ecumenica del sussidio: «Dove la mente è senza paura e si tiene alta la testa; dove la conoscenza è libera... sotto quel cielo di libertà, Padre, fa’ che il mio Paese si svegli».