La visita di papa Francesco a Bangui: in Centrafrica, nel novembre 2015, il pontefice aveva invocato la pace (Ansa)
Sono cinque i punti della "Road map" per la pace nella Repubblica Centrafricana proposti dalla
Santa Sede, durante un incontro dedicato alla grave situazione del Paese alla 72ª Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso a New York. Per il rappresentante vaticano ha riferito il Sir, l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per le Relazioni con gli Stati, il dialogo dovrebbe vertere su un cessate il fuoco di tutte le parti coinvolte nel conflitto; il disarmo dei gruppi armati e il reinserimento dei loro membri nella società civile; la garanzia della giustizia per le vittime degli attacchi; il ritorno protetto di migranti e rifugiati, sia cristiani che musulmani, che dovrebbero rientrare in possesso delle proprietà sottratte
dai guerriglieri.
La Santa Sede si dichiara "molto preoccupata per l'intensificarsi del conflitto in corso e per i tanti civili
indifesi, morti e feriti durante gli attacchi, a cui si aggiunge la gravissima situazione di rifugiati e sfollati interni". L'arcivescovo non lesina apprezzamenti per la missione di stabilizzazione dell'Onu (Minusca) a Bangui, la capitale, ma chiede di "estenderne il mandato con azioni di pace più efficaci nella tutela dei civili, soprattutto donne e bambini (tra i più soggetti ad abusi e violenze) senza distinzione di fede religiosa
o rango, al fine di evitare parzialità e guadagnare la fiducia della popolazione locale". Va ricordato che il paese è stato visitato da papa Francesco alla fine del novembre di due anni fa.
Chiaro è il richiamo alla comunità internazionale perché fornisca gli aiuti finanziari e le strutture necessarie alla crescita del Paese e altrettanto vigoroso è l'invito al governo nazionale a ridurre e combattere la corruzione, a garantire l'accesso all'assistenza sanitaria e all'educazione ai cittadini di ogni livello senza discriminazione e a lavorare per il dialogo, "unica soluzione di ogni conflitto armato e unico modo per far tacere le armi e dar vita alla riconciliazione". La Chiesa cattolica locale, dal canto suo, "s'impegna insieme ad altre Confessioni religiose, a cercare ciò che unisce, rifiutando ciò che provoca divisioni o contese, poiché la ricerca della pace viene prima di ogni altro bene", ha ribadito monsignor Gallagher, a conclusione del suo intervento.