Da sinistra: Anthony Blinken (nella squadra di Biden come Segretario di Stato) e Janet Yellen (al Tesoro) - Combo di foto Ansa
Da Scranton, Pennsylvania, fino alla Casa Bianca. Nella città in cui è nato e cresciuto c’è da ieri anche una via, Joe Biden Way, intitolata al 78enne democratico che tra meno di due mesi sarà il 46°esimo presidente Usa. Perché a mano a mano che i ricorsi di Donald Trump vengono bocciati dai tribunali (gli ultimi in Pennsylvania) e che emerge l’inconsistenza delle accuse di brogli lanciate dal repubblicano, appare chiaro come niente possa cambiare l’esito delle presidenziali dello scorso 3 novembre. E se è vero che la transizione va a rilento proprio per l’ostruzionismo del presidente uscente, Biden tira dritto, disegnando la sua squadra di governo.
È sulla politica estera che si registra in queste ore una netta sterzata del democratico rispetto all’amministrazione uscente. Al dipartimento di Stato arriverà infatti, al posto di Mike Pompeo, il 58enne Anthony Blinken, alle spalle una lunga esperienza diplomatica e una visione internazionale. A Blinken verrà affidato il compito di rilanciare la strategia globale degli Stati Uniti e ricucire i rapporti con gli alleati, provati da quattro anni di strappi da parte di Trump. Blinken ha lavorato nelle amministrazioni di Clinton e Obama, dove è stato vice segretario di Stato, vice consigliere per la sicurezza nazionale e consigliere per la sicurezza nazionale presso l’allora vicepresidente Biden. In questi incarichi ha avuto un ruolo centrale nel definire la politica verso la Russia dopo la presa della Crimea nel 2014 e la lotta al Daesh. Il suo volto è fra quelli che compaiono nella famosa foto di Barack Obama e dei suoi collaboratori che seguono a distanza le fasi dell’uccisione di Ossama Benladen nel blitz in Pakistan.
Oltre a Blinken, Biden ha scelto l’afroamericana Linda Thomas Greenfield, 68 anni, come ambasciatrice alle Nazioni Unite e il 43enne Jack Sullivan come consigliere per la Sicurezza nazionale. Nota come Ltg al dipartimento di Stato, dove è stata in servizio per 35 anni, Thomas Greenfield è stata assistente segretario di Stato per l’Africa nell’amministrazione Obama ed è uno dei consiglieri di politica estera di Biden. Altra nomina confermata ieri – oltre a quelle di Avril Haines come direttrice dell’Intelligence e di Alejandro Mayorkas alla guida della Sicurezza nazionale – è quella dell’ex segretario di Stato John Kerry come inviato per il clima. Toccherà a lui il compito di far rientrare gli Usa nell’accordo di Parigi sul clima, intesa dalla quale Trump era uscito sollevando peraltro più volte dubbi sul riscaldamento globale. Con Biden, invece, per la prima volta un alto funzionario avrà un posto di tutto rispetto nel consiglio per la Sicurezza nazionale, segno di quanto il cambiamento climatico sarà tra le priorità dell’amministrazione democratica. Al Tesoro dovrebbe andare l’ex presidente della Fed Janet Yellen: sarebbe la prima donna della storia in quel ruolo.
«Non c’è tempo da perdere su sicurezza e politica estera», ha ribadito ieri il presidente eletto. Che ha aggiunto: «Ho bisogno di una squadra pronta fin dal primo giorno per aiutarmi a reclamare il posto a capotavola dell’America, per raccogliere consenso nel mondo, per rispondere alle sfide più grandi che dobbiamo affrontare». Trump, da parte sua, ha accettato che l'amministrazione avviasse la transizione, pur non riconoscendo la vittoria del rivale. I suoi tentativi di fermarlo, infatti, hanno subito diverse battute d’arresto. In Pennsylvania un giudice ha respinto l’azione legale del repubblicano definendo le sue argomentazioni una sorta di «Frankenstein». I funzionari elettorali del Michigan hanno certificato la vittoria di Biden. Al di là dell’esito che avrà la battaglia legale (attesi responsi anche in Georgia e Nevada), il repubblicano sembra intenzionato a riprendere il controllo della Casa Bianca presentandosi alle prossime presidenziali. L’annuncio della sua candidatura potrebbe arrivare entro fine anno.