lunedì 14 ottobre 2024
«Più sono giovani più non sanno autoregolarsi». Dai processi in corso negli Stati Uniti contro TikTok emergono particolari inquietanti sulla considerazione del social media verso la tutela dei minori
Uso compulsivo dei social, tutto quello che TikTok nascondeva

Lev Dolgachov - Icp online

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Che i social media non siano un posto per bambini è ormai acclarato, e altrettanto lo è la consapevolezza che il loro utilizzo possa avere un impatto negativo sugli adolescenti. Negli Stati Uniti si moltiplicano le cause contro le piattaforme digitali, accusate di non fare abbastanza per prevenire gli usi dannosi dei propri servizi da parte dei minori. Ultima in ordine di tempo quella di 13 Stati (tra cui California e New York) contro TikTok, accusato di perseguire l’intento esplicito di indurre i giovani alla dipendenza.

Proprio nei documenti affiorati sui media americani relativi a questo procedimento, che arriva dopo due anni di indagini, si leggono particolari inquietanti riguardo alla considerazione della tutela dei minori da parte del social, di proprietà della cinese ByteDance. Le carte, trapelate dall’ufficio del procuratore generale del Kentucky, sono perlopiù sintesi di studi e comunicazioni interne, dalle quali si evince come all’interno dell’azienda sembra ci fosse chiara consapevolezza degli effetti di dipendenza indotti dal servizio specialmente sugli utenti di età più bassa.

“Come previsto, nella maggior parte delle metriche di coinvolgimento più giovane è l'utente, migliore è la performance”, si legge in un documento del 2019. Per rendere più probabile la dipendenza dall’app basterebbero 260 video, in media poco più di mezz’ora di tempo passato a scorrere le brevi clip caratteristiche del servizio. È quanto emerge dalle stesse carte, dove i membri dello staff dell’azienda dichiarano di essere consapevoli di come “l'uso compulsivo (sia) correlato a una serie di effetti negativi sulla salute mentale, come la perdita di capacità analitiche, la formazione della memoria, il pensiero contestuale, la scarsa empatia e l'aumento dell'ansia”.

L’azienda ha reagito vibratamente alla fuga di notizie, tramite il suo portavoce Alex Haurek, che ha giudicato “altamente irresponsabile” pubblicare informazioni riservate e

e ha affermato che la denuncia “sceglie citazioni fuorvianti e toglie dal contesto documenti datati per travisare il nostro impegno per la sicurezza della comunità”. Haurek ha ricordato il lavoro di TikTok sulla tutela dei minori: “Disponiamo di solide misure di salvaguardia, che includono la rimozione proattiva di sospetti utenti minorenni, e abbiamo messo a disposizione funzioni di sicurezza come i limiti predefiniti di tempo di visione, gli account familiari condivisi e l’account privato per i minori di 16 anni”, ha dichiarato.

Dalle carte trapelate emerge però con chiarezza un quadro sconfortante riguardo al valore che pare essere attribuito a tali misure all’interno dell’azienda. Dagli scambi di email risulta infatti come TikTok avrebbe misurato il successo di questi strumenti in base a come stava migliorando l’immagine mediatica del social, piuttosto che all’effettiva riduzione del tempo trascorso dagli adolescenti sull'app. Secondo i test interni fatti dalla stessa TikTok si passava da circa 108,5 minuti al giorno a circa 107 minuti: 1 minuto e mezzo in meno. In un messaggio, un project manager scrive: “Il nostro obiettivo non è ridurre il tempo trascorso”.

Consapevole dell’enorme popolarità del proprio servizio presso i più giovani – dalle stime riportate nelle carte del processo risulta che il 95% degli utenti sotto i 17 anni usa TikTok almeno una volta al mese – l’azienda sarebbe stata al corrente della propria capacità di condizionamento su questo tipo di pubblico. “TikTok è particolarmente popolare tra gli utenti più giovani, che sono estremamente sensibili al rinforzo sotto forma di ricompensa sociale e hanno una capacità minima di autoregolarsi in modo efficace”, si legge nei documenti emersi dalle carte processuali.

Per capire quali saranno le conseguenze dei procedimenti avviati e le risposte dell’azienda occorrerà ancora del tempo, ma quanto si sa ora è già sufficiente per invitare i genitori a una cautela e a una sorveglianza sull’uso di TikTok da parte dei minori.

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