Don Paolo Liggeri, il fondatore dei consultori familiari
Consulenti familiari da tutta Italia si ritroveranno il prossimo sabato 13 aprile a Pisa, all’ombra della torre pendente, per l’assemblea Ucipem (Unione consultori italiani prematrimoniali e matrimoniali).
Sono 77, oggi, i consultori familiari che aderiscono all’Ucipem, dislocati in 17 regioni italiane. In occasione dell’incontro pisano sarà ratificata l’ammissione di due nuovi consultori: uno, il consultorio diocesano «Amoris Laetitia» della fondazione diocesana «Istituto Maria Regina» ha sede a Scerne di Pineto (Teramo); l’altro ha sede a Roma (nella Capitale già due consultori aderiscono all’Unione) in via Fosso dell’Osa, ha il nome di «Agape» ed è una sorta di ospedale da campo per la periferia di RomaSette.
Tutti si prendono cura della persona, della sua capacità di relazionarsi e di amare, favorendone lo sviluppo nella libertà e nella responsabilità morale.
Alla guida di Ucipem è Francesco Lanatà, 72 anni, pisano, sposato, padre di tre figli e nonno di due nipoti, ginecologo, direttore sanitario della casa di cura «Suore dell'Addolorata» di via Manzoni a Pisa. Il dottor Lanatà è anche il presidente del consultorio familiare Ucipem di Pisa, che - nato nel 1968 – per molti anni ha avuto sede nell’abitazione del beato Giuseppe Toniolo e, solo di recente, si è trasferito in piazza San Sepolcro.
«I nostri consultori – osserva il dottor Francesco Lanatà – sono, nella stragrande maggioranza dei casi, organizzazioni di volontariato che sopravvivono solo grazie al contributo dei soci e delle diocesi in cui operano. Fanno eccezione i consultori familiari Ucipem della Lombardia, convenzionati con il Servizio sanitario regionale in quanto strutture socio-sanitarie e quelli del Triveneto, che ricevono un contributo regionale per la loro funzione socio-educativa».
Quali servizi offrono?
«Offrono consulenza e mediazione familiare, ginecologica, legale, etica, pedagogica, psicologica, sessuologica. I loro consulenti insegnano alle coppie i metodi per la regolazione naturale della fertilità. Accompagnano le famiglie adottive. Sostengono la genitorialità. Promuovono sportelli di ascolto in scuole e parrocchie, gruppi di parola per genitori, adolescenti e coppie; giornate formative e webinar su tutti i temi ‘caldi’ che interessano il ciclo della vita dell’individuo e della coppia. Si rendono disponibili per preparare la coppia al matrimonio, per corsi di educazione affettivo-relazionale e sessuale nelle scuole. Non tutti i consultori fanno tutto: di qui il valore dell’unione. Ogni consultorio è collegato in rete. Ad esempio, in Toscana, i consultori Ucipem fanno “rete” con i Consultori familiari di ispirazione cristiana (Cfc) – una rete che conta su circa 200 centri presenti da Nord a Sud, ndr - chi ha bisogno si rivolge all’uno o all’altro e quelli che hanno delle eccellenze le mettono a disposizione di tutti».
Quali figure operano all’interno del consultorio?
«Innanzitutto il consulente familiare o consulente della famiglia, della persona e della coppia, altrimenti definito “professionista delle relazioni umane” che padre Luciano Cupia indicava come il “bilanciere del consultorio familiare”: è lui che accompagna la persona a individuare gli strumenti che già possiede dentro di sé per dare inizio ad un nuovo e più funzionale equilibrio. Accanto al consulente familiare ci sono poi ginecologi, pediatri, psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, assistenti sociali, consulenti legali, consulenti etici, insegnanti di metodi naturali di regolazione delle nascite, mediatori familiari, ostetriche. Ad ognuna di queste figure sono richieste professionalità gratuità e amore per la persona che al consultorio si rivolge. Ogni professionista non lavora da solo, ma collabora con gli altri nell’équipe interdisciplinare».
Quando nasce l’équipe interdisciplinare nei consultori?
Si tratta di una scelta, oserei dire “profetica” di don Paolo Liggeri, il fondatore del primo consultorio familiare (“La Casa” a Milano, nato il 15 febbraio 1948). Una intuizione che l’Ucipem ha da sempre ratificato. Oggi «rivendicata» con ancora più orgoglio perché l’ipertrofica specializzazione delle conoscenze e la conseguente frammentazione parcellare del sapere ha assunto livelli che fino a qualche decennio fa erano inimmaginabili. Nel lavoro interdisciplinare i componenti della équipe provengono da discipline diverse ed hanno conoscenze diverse: in questo modo tutti riescono ad offrire il proprio contributo alla valutazione dei “casi” di studio.
L’assemblea – che sarà ospitata dall’auditorium Giuseppe Toniolo dell’Opera della Primaziale (a Pisa in piazza dell’Arcivescovado) – si aprirà al mattino con il saluto dell’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto e proseguirà con la relazione del dottor Francesco Lanatà. Al suo intervento faranno seguito le testimonianze dei consultori presenti o collegati a distanza. Nel pomeriggio sono, invece, in programma laboratori di formazione in èquipe interdisciplinare.