venerdì 23 febbraio 2024
Uno studio di Pechino mostra che per mantenere un figlio da 0 a 17 anni in Cina e in Italia si spende una cifra pari a 6,3 volte il Pil pro capite. In Francia solo 2,2, in Svezia 2,9
Mantenere un figlio da 0 a 17 anni in Italia costa più di sei volte il Pil pro capite

Mantenere un figlio da 0 a 17 anni in Italia costa più di sei volte il Pil pro capite - Giorgio Boato

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L’Italia è uno dei tre Paesi al mondo in cui è più costoso crescere un figlio. Al primo posto c’è la Corea del Sud, al secondo la Cina e l’Italia, praticamente appaiate. E forse non a caso Corea, Cina e Italia sono anche tre nazioni con tassi di fecondità straordinariamente bassi e una prospettiva demografica particolarmente critica.

Il dato è contenuto nel rapporto sui costi della fecondità in Cina pubblicato nei giorni scorsi a Pechino e curato da un gruppo di ricercatori dello YuWa Population Research Institute. Della ricerca si è parlato un po’ in tutto il mondo (ne ha scritto qui anche “Avvenire”) perché gli esperti del think tank, Liang Jianzhang, Huang Wenzheng, He Yafu, hanno collegato gli alti costi di assistenza all’infanzia alla crisi della natalità in Cina, in particolare alla luce del fatto che la popolazione nel 2023 è diminuita per il secondo anno consecutivo e il numero di nuove nascite è sceso a circa la metà rispetto a quello del 2016.

Nel rapporto, di non facile consultazione perché scritto in sinogrammi, è tuttavia contenuto un confronto internazionale dal quale emerge che l’Italia contende alla Cina il secondo posto come nazione dove il costo del mantenimento di un figlio dalla nascita ai 17 anni è più gravoso in relazione al Pil pro capite. Dunque, se in Corea del Sud, che con circa 0,8 figli per donna è il Paese col tasso di fecondità più basso al mondo, portare un figlio fino alla maggiore età richiede una spesa pari a 7,8 volte il Pil pro capite, in Cina questo costo arriva ammonta 6,3 volte, poco più dell’Italia, il cui valore risulta di 6,28.

Nel gigante asiatico il numero medio di figli per donna è di circa 1, nel nostro Paese di 1,24. Il confronto con le nazioni con tassi di fecondità molto più alti lascia intendere che, effettivamente, dove i figli costano di più le nascite sono poche e dove invece costano meno la natalità è decisamente più vivace. In Australia per mantenere un figlio da 0 a 17 anni servono solo 2 quote di Pil pro capite, in Francia la spesa è di 2,2 volte la ricchezza pro capite, in Svezia 2,9 volte, in Germania 3,6, negli Usa 4,1, in Giappone 4,3, nel Regno Unito 5,25. In coda, come detto, l’Italia e la Cina con 6,3, e la Corea con 7,8.

Vale la pena ricordare che il tasso di fecondità in Australia, Svezia e Usa è di 1,6 figli, in Francia di 1,7, in Germania di 1,5...

C’è un limite in questo studio, che va evidenziato. I ricercatori non hanno calcolato in modo scientifico qual è il costo effettivo di un figlio per ogni Paese, ma hanno fatto riferimento a dati già disponibili e forniti da soggetti diversi per ciascun Paese. Ad esempio, per l’Italia si è tenuto conto dell’indagine 2021 dell’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, che ha calcolato in 175.642 euro il costo medio di mantenimento di un figlio fino a 18 anni. Per altre nazioni hanno fatto fede altre fonti e altre ricerche, peraltro realizzate in anni diversi. Questo aspetto rende meno precisa la classifica, tuttavia resta valido e interessante il confronto tra i Paesi, soprattutto se rapportato alla ricchezza pro capite.

La ricerca sembra sgombrare il campo dai molti dubbi che animano il dibattito sulla natalità. Si può discutere a lungo, e giustamente, di servizi che mancano o di bonus, di parità di genere, di conciliazione o di approccio culturale, di sicurezze e prospettive di speranza, perché si tratta di questioni fondamentali nella decisioni che riguardano la genitorialità (ne abbiamo parlato qui di recente). Ma se in Italia un figlio costa il triplo rispetto alla Francia, il doppio rispetto alla Svezia o il 50% in più nel confronto con la Germania, in relazione alla ricchezza prodotta, resterà sempre difficile poter immaginare un’inversione di tendenza nella natalità.



Nel grafico qui sotto un estratto della classifica sui costi di mantenimento di un figlio da 0 a 17 anni in rapporto al Pil pro capite secondo lo studio dello "YuWa Population Research Institute", con i tassi di fecondità dei Paesi considerati

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