Albert Anker, "Fanciulla con due gatti" - SIK-ISEA (Martin Stollenwerk)
Nella seconda metà dell’Ottocento vive in Svizzera un pittore attento alle questioni sociali, appassionato di pedagogia, impegnato nella diffusione dell’obbligo scolastico. È anche padre di sei figli. Quando due di loro muoiono in tenera età ne rimane così addolorato da decidere di dedicare la maggior parte della sua produzione artistica proprio all’infanzia. Albert Anker, l’artista in questione, nato nel 1831 nel Cantone di Berna, è rimasto un po’ ai margini dell’interesse della critica, almeno fuori dai confini elvetici. Forse perché non ha aderito ad alcuna corrente d’avanguardia, o forse perché nella sua vita privata ha rifiutato, diversamente da tanti suoi colleghi, eccentricità, stramberie ed eccessi.
Anker ha preferito coniugare la sua lunga militanza di onesto pittore attento alla varietà delle semplici espressioni umane con un impegno sociale e familiare che gli fa onore. Le sue opere in mostra fino al 30 giugno a Martigny grazie all’impegno della Fondation Pierre Gianadda (tutti i giorni dalle 10 alle 18), raccontano di bambini attenti e ordinati, di anziani che popolano villaggi sereni, dove i piccoli possono dedicarsi alle attività preferite sotto gli occhi di adulti impegnati nel loro lavoro. Spunti preziosi per raccontare approcci educativi e vita familiare alla fine dell’Ottocento nel cuore dell’Europa. Certo, le opere trasmettono scorci forse un po’ idealizzati, ambienti dove la vita sembra scorrere serena e senza sussulti, in cui il realismo sembra cedere il passo all’armonia, secondo la visione antropologica e sociale dell’artista. Ma da questa fotografia delle dinamiche familiari dell’epoca nasce anche l’interesse per una mostra così insolita.
Albert Anker "La convalescente" - SIK-ISEA (Philipp Hitz)
Per la selezione delle opere Matthias Frehner, curatore dell’esposizione con Regula Berger, ha coinvolto i principali musei svizzeri, ma anche prestigiose collezioni da cui arrivano a Martigny i dipinti più significativi dell’attività artistica di Anker, cui si aggiungono importanti lavori su carta che permettono di seguire la genesi di molti suoi dipinti.
La mostra “Anker e l’infanzia” si sviluppa per sezioni: si parte da una incursione narrativa di Anker riguardante la storia della Svizzera in particolare come luogo di passaggio e/o di accoglienza di esuli provenienti dalla Francia (nel passato come nel tempo a lui contemporaneo) per poi concentrarsi sul tema proprio dell’esposizione che privilegia la rappresentazione dei bambini nelle varie situazioni della vita quotidiana.
Ecco allora dapprima Enfants dans la nature (Bambini nella natura) in cui l’attenzione è rivolta al mondo della campagna bernese dove i bambini sono coinvolti nel lavoro contadino (siamo negli ultimi decenni dell’Ottocento) e costituiscono un aiuto per i genitori nell’attività lavorativa in fattoria, in casa o nei campi. Poi L’enfant mort (Il bambino morto) che affronta il dramma della mortalità infantile, che colpì anche l’artista nel 1869 con la scomparsa del figlio di due anni Rudolf a causa della difterite. Questo evento drammatico è all’origine non solo del dipinto che rappresenta il figlio sul letto di morte, vestito di bianco su un lenzuolo immacolato con un mazzolino di fiori tra le mani giunte, ma anche della sua dedizione alla ritrattistica del mondo dell’infanzia.
In Garde des enfants à la maison - Les tout-petits chez les grands-parents (Cura dei bambini in casa – I bimbi a casa dei nonni) racconta la custodia dei più piccoli affidata agli anziani della famiglia, mentre le madri sono impegnate con gli uomini nei campi. I momenti di tenerezza - sorprendente il nonno che sorveglia il neonato - sono inquadrati in ambienti umili ma decorosi e con la giusta luce viene dato valore anche agli indumenti poveri che costituiscono il vestiario dei piccoli come dei vecchi.
Di grande impatto, poi, il rapporto che esiste tra Frères et soeurs (Fratelli e sorelle) in cui i più grandi prestano attenzione ai più piccoli e l’artista li guarda e li rappresenta mentre dormono, leggono o si divertono giocando con bambole, macchinine, domino, sonagli, fischietti o gatti.
Infine ecco Enfants dans la communauté (Bambini nella comunità) dove i piccoli partecipano gioiosi agli eventi tradizionali della comunità, dalle vendemmie alle feste paesane, in cui Anker, ispirandosi alla pittura olandese del XVII secolo, può illustrare interessanti scene di genere.
La sezione conclusiva della mostra - Apprendre et jouer (Imparare e giocare) - documenta l’ampia considerazione riservata all’attività scolastica sia all’interno che all’esterno delle aule (L’Ecole en promenade, 1872, La leçon de gymnastique, 1879) e fa riferimento alla Costituzione federale svizzera del 1874 che impone a tutti i cantoni di rendere la scuola primaria obbligatoria e laica, e all’incarico dell’artista come segretario della Commissione scolastica locale.
Ad Anet, la sua cittadina natale, Albert Anker si stabilisce in modo stabile a partire dal 1859, dopo lunghi periodi trascorsi a Parigi. Diviene membro della Commissione scolastica e del Consiglio Parrocchiale. Intanto compie viaggi in Svizzera, Belgio, Italia e Germania. Impegnato nella vita politica, sociale e artistica del suo cantone e del suo Paese. Deputato al Gran Consiglio, membro della Commissione federale delle Belle Arti e della Fondation Gottfried-Keller, riceve dall’Università di Berna una laurea honoris causa.
Si spegne sempre ad Anet il 16 luglio 1910 e il Musée d’art et d’histoire di Neuchâtel gli rende omaggio con una retrospettiva nell’autunno dello stesso anno.