mercoledì 21 agosto 2024
Nella nuova edizione del "Piccolo Dizionario (immaginario) delle ragazze e dei ragazzi" il pensiero sorprendente dei giovanissimi su realtà come accoglienza, corpo, affetti, casa e tanto altro
«Chi si prende cura di me e mi educa»: la famiglia secondo gli adolescenti

Sorapop Udomsri

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Dopo la prima edizione, glossario di 70 voci che riuniva le parole più significative per chi ha oggi dagli 11 ai 14 anni (dalla A di Amicizia e Amore ma anche di Ansia alla V di Viaggio, passando per la F di Futuro e Fiducia, la G di Guerra e la M di Metaverso), torna il Piccolo Dizionario (immaginario) delle ragazze e dei ragazzi, progetto promosso e realizzato da Fondazione Pordenonelegge.it insieme alla Fondazione Treccani Cultura. Ben 187 le voci in questa seconda edizione, una sorta di atlante affettivo che raccoglie il lavoro di un migliaio di ragazze e ragazzi 11-14enni studenti in circa 40 Scuole secondarie di I grado di tutta Italia, dal Friuli Venezia Giulia al Veneto, poi Lombardia, Lazio, Trentino Alto Adige, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Calabria, Campania e Sicilia.

L’edizione 2024, coordinata dalla curatrice della rassegna Pordenonelegge Valentina Gasparet e dal direttore artistico Gian Mario Villalta, è stata realizzata con il supporto dei docenti dei ragazzi e la supervisione del linguista Giuseppe Antonelli, che parteciperà alla presentazione del Dizionario, in occasione della 25a edizione di Pordenonelegge, venerdì 20 settembre alle 9.30 in Piazza della Motta.

«Acquisita la tecnica con cui si crea una voce di vocabolario, ragazzi e ragazze hanno saputo trasferire nelle parole le loro esperienze, i loro sogni, le loro paure, il loro punto di vista sul mondo. Grazie a questo nutrimento emotivo, anche le parole più comuni acquistano una nuova vita: perché la vita delle parole è anche la vita nelle parole», commenta Antonelli. Per Massimo Bray, direttore generale della Treccani, si tratta di «un esercizio e un gioco, un interessante esperimento di linguistica realizzato nelle scuole, attraverso il quale le studentesse e gli studenti fra gli 11 e i 14 anni si sono avvicinati al mondo della lingua». Secondo Gasparet, il glossario rappresenta «una bussola per orientarsi nel mondo dei ragazzi e delle ragazze, per provare a esplorarlo e per guardare al futuro».

I giovanissimi hanno alimentato con le loro definizioni alcune parole chiave per definire e raccontare il “loro” mondo. Nella A di “Accoglienza”, ad esempio scrivono fra l’altro: «L’accoglienza si può applicare in qualsiasi ambito: scuola, associazioni, amici, familiari. L’accoglienza è un fiore che accoglie gli insetti impollinatori al suo interno, è gratuita. Essere accolti è come quando vai dalla nonna, tra le sue braccia ti senti al sicuro, il suo pranzo fatto con amore ti fa sentire a casa, accudito e amato».

Alla voce “Accettarsi”, commentano: «Per i ragazzi/e di oggi accettarsi è molto difficile, perché guardiamo soprattutto quello che non abbiamo, ma vorremmo avere. Con il passare del tempo, questo potrebbe coincidere con il desiderare le caratteristiche fisiche di altre persone, cercando di cambiare il proprio corpo. Molte persone (in alcuni casi anche adulti) si ammalano, anche gravemente, perché cercano di cambiare il loro corpo per assomigliare ad altre persone, convinti che queste siano “perfette”». Ancora, al vocabolo “Barbie” dettagliano: «è un modo divertente per avvicinarsi a fratelli e sorelle e per passare il tempo. Puoi essere felice creando tante storie con tutti i tipi di Barbie che esistono: spesso ci rispecchiamo nelle Barbie per vedere i nostri sogni avverarsi con un gioco».

La riflessione profonda connota altre parole chiave, come Casa: «2. Edificio in cui convivono o sono accolte, per limitati periodi di tempo e per motivi particolari, determinate categorie di persone “casa-famiglia”. 3. Appartamento, o anche intero edificio, in cui una persona o una famiglia abita. Secondo noi, la casa è un luogo nel quale siamo al sicuro da qualsiasi cosa: un luogo di pace, di tranquillità e soprattutto di amore. Quando ci sono le persone che ami, la casa diventa un luogo di felicità e serenità. Con casa, infatti, non si intende solo un immobile, ma può rappresentare anche una o più persone con cui ti senti libero\a di esprimerti, senza aver paura di essere giudicato\a: essere di c. (…) La casa, oltre ad essere un luogo dove si abita e dove si trascorre la maggior parte del nostro tempo, per noi ragazzi è un posto dove ci si può esprimere ed essere se stessi senza essere giudicati, ci si può sentire liberi e leggeri. Casa non è solo eretta da muri ma anche dai cuori delle persone che ti vogliono bene. La casa è un posto sicuro dove sai di dover stare, è un posto dove i giudizi scompaiono, il cuore si riposa e l’ansia svanisce». Ancora, Cuore viene definito come «la parte principale, l’essenza delle cose», una parola che «diventa quasi un nome proprio quando teniamo tantissimo a una persona e per chiamarla usiamo proprio questa parola».

Colpisce anche il primo significato attribuito al lemma “Conforto”: «Sollievo provato dopo essere stati aiutati da qualcuno anche a superare la perdita di una persona o di un animale. Ricevere conforto è una splendida emozione. Ad esempio, ieri in classe tutti mi urlavano contro, mi sentivo solo, però un amico ha preso le mie difese e ciò mi ha confortato. Se qualcuno mi conforta, il mio morale è alto. Mi dà conforto stare con la mia famiglia perché mi sento al sicuro». A proposito di “Famiglia”, una voce lunghissima di tre pagine e mezza, scrivono fra l’altro: «1. Termine che si riferisce al legame di sangue tra persone imparentate fra loro o che sono legate da un fortissimo affetto; di solito, in questo gruppo le persone vivono insieme o si aiutano a vicenda, specialmente quando uno dei componenti è più piccolo o più fragile, aiutandolo anche nelle cose materiali e prendendosene cura: Nella mia f., che è formata da moltissime persone, ci aiutiamo sempre quando qualcuno è in difficoltà. 2. Gruppo di persone che si vogliono bene, per affetto e non perché uniti da un legame di parentela; sono persone che si vedono spesso, che si sostengono sempre e a cui piace passare del tempo insieme, come capita in particolare agli amici: io e i miei amici siamo come una f.!».

E ancora: «8. Ci siamo accorti, parlando di noi, che esistono tanti tipi di famiglia (tradizionale, di fatto, allargata, monogenitoriale, omogenitoriale) ma tutte hanno o dovrebbero avere una cosa in comune: l’amore, l’ascolto e il sostegno reciproco dei loro componenti. Delle tante espressioni in cui compare la parola famiglia, amiamo molto sentirsi in f. o come una f., nel significato di stare a proprio agio fra persone di carattere e gusti simili ai propri e alle quali si è comunque legati da sentimenti di affetto e simpatia. La mattina infatti lasciamo la famiglia “vera” per recarci a scuola, ma ci impegniamo quotidianamente, anche se a volte è difficile, a rendere la nostra classe un’altra famiglia, accogliente e non giudicante».

E ancora: 10. Per noi la famiglia sono babbo, mamma, fratelli e sorelle. Ci piace la famiglia, è un posto in cui troviamo amore, bene, tranquillità, sicurezza e felicità». Famiglia, secondo i ragazzi, è anche un «insieme di persone con cui stai bene e con cui condividi le cose più intime, fanno sacrifici per te, se per una giusta causa, ti insegnano l’educazione e ti insegnano a vivere, ti supportano. La famiglia non è sempre e solo quella di sangue, ma sono in generale le persone che ti vogliono bene - come gli amici - che tengono a te e per te sono come una seconda famiglia. 14. Per noi famiglia è una parola bellissima, significa casa, affetto ed è una cosa che ci fa sentire bene, accolti e protetti. I membri di una famiglia sono le persone a cui ci rivolgiamo nel momento del bisogno, sono le persone di cui ci fidiamo».

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