mercoledì 29 novembre 2023
La marmellata del don: «Vasetti pieni di dignità»
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Non solo biologica, ma solidale: la marmellata prodotta da don Orazio Caputo, presidente dell’associazione “Mai più soli” e vicedirettore della Caritas di Acireale, nasce grazie alla coltivazione di arance amare, limoni, fichi e mandarini su un terreno di 4mila metri quadrati concesso in comodato d’uso dalla diocesi, che si trova all’Eremo di Sant’Anna di Aci Catena e che viene coltivato dai membri dell’associazione. I frutti per le confetture vengono poi lavorati da un’industria specializzata; il ricavato viene reinvestito nell’attività di “Mai più soli” e i lavoratori usufruiscono della solidarietà.

Di recente i vasetti sono stati presentati in uno stand alla Fiera dello Jonio, svoltasi ad Acireale dall’8 al 18 settembre, dedicata all’artigianato e all’agroalimentare siciliano. «L’Amministrazione ha ritenuto opportuno, oltre che valorizzare artigianato e agroalimentare locale, attenzionare anche tutte quelle realtà dell’associazionismo e del Terzo settore al fine di garantire una possibilità di conoscenza e visibilità maggiore che consenta di abbracciare un pubblico quanto più vasto possibile», ha sottolineato l’assessore alle Attività produttive ed economiche Laura Toscano, organizzatrice della Fiera, aggiungendo: «Un plauso va a tutti coloro che si impegnano affinché nella società non ci siano diseguaglianze».

A supporto della Caritas diocesana, «l’associazione “Mai più soli” è nata insieme a persone in difficoltà, che stavano per strada e che adesso vivono all’interno di due appartamenti, ringraziando Dio. Vogliamo fare sempre più rete con la società civile, con l’intento di contrastare le diseguaglianze. Raccogliamo i frutti, li portiamo all’interno di una ditta che li trasforma in marmellate. L’incasso di questi vasetti è destinato alle persone in difficoltà che lavorano nei frutteti; le confetture non hanno un prezzo, vengono consegnate a offerta libera, perché all’interno di quei vasetti c’è la dignità di queste famiglie», spiega don Caputo.

«Un’esperienza di solidarietà, laboriosità e amicizia. Abbiamo la volontà di individuare iniziative interessanti da proporre a coloro che non sono riusciti a trovare spazio nella società e nel mondo del lavoro, perché possano riacquistare l’autonomia. Siamo passati dall’idea ai fatti in pochi mesi anche grazie all’impegno di tutti, in particolare del vescovo Antonino Raspanti», sottolinea il sacerdote. Che, dopo l’inaugurazione a fine giugno dell’Emporio della solidarietà “Madre Teresa” in Corso Savoia 102, centro di raccolta di abiti usati e in buone condizioni messi a disposizione dei meno abbienti, continua a generare percorsi solidali con e per gli ultimi. «Il sostegno della collettività è fondamentale. Donare qualcosa di proprio può essere semplice, ma non crea attività e non garantisce il futuro. Insieme a persone svantaggiate è possibile, invece, creare comunione e sostentamento, facendo della carità non una semplice e mera elemosina ma azione concreta».

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