martedì 17 ottobre 2023
Nel Brindisino un impianto di affinamento sulle le acque reflue urbane di Fasano-Forcatella
undefined

undefined - Web

COMMENTA E CONDIVIDI

Non ci pensiamo mai, ma l’acqua che vediamo uscire “ripulita” dai depuratori quasi sempre finisce nei fiumi o nel mare. Il suo riutilizzo è raro e merita, invece, mai come in momenti dove la carenza d’acqua diventa sempre più un problema di non facile soluzione, di trovare vie idonee per evitare ogni tipo di sperpero. Un esempio è l’operazione avviata con successo in Puglia da Technoacque, una società di ingegneria chimica fondata nel 1983 dall’ingegnere chimico Vito Casarano e al contributo di una squadra di tecnici specializzati nel campo del trattamento delle acque. Da 40 anni la società lavora al fianco di realtà industriali, enti pubblici e presidi ospedalieri, aiutandoli in una gestione efficiente, affidabile e sostenibile delle loro acque.

Ma c’è un recente fiore all’occhiello di questa azienda di Fasano, nel Brindisino: è un impianto di affinamento che dal luglio 2022 è sotto la gestione di Technoacque. Affina, in particolare, le acque reflue urbane di Fasano-Forcatella, conosciute come Lago Forcatella. Il funzionamento dell'impianto consiste nell'intercettare le acque di scarico del contiguo depuratore comunale, che altrimenti sarebbero finite nello scarico a mare, e applicare a queste dei trattamenti più “spinti” di tipo chimico-fisico, per ottenere acque di qualità tali da poter essere riutilizzate in agricoltura.

L’acqua recuperata è raccolta in bacini di accumulo che danno forma al cosiddetto “Lago Forcatella”, volano necessario alla gestione della variabilità giornaliera delle portate richieste dell'utenza agricola e dal riutilizzo ambientale perché non sempre le portate sono costanti e quindi l’acqua va stoccata. I bacini di accumulo sono attrezzati per disperdere sul suolo, mediante trincee drenanti, le quantità d’acqua prodotte e non altrimenti utilizzate che, così, vengono destinate alla ricarica indiretta della sottostante falda acquifera salata su cui si forma una lente di acqua dolce, che funge da barriera per l'intrusione salina, sale che renderebbe l’acqua inutilizzabile per scopi agricoli. Questo in un’area di 30 km.

Attraverso l'esperienza di questa struttura si concretizza la possibilità di spingere la qualità delle acque recuperate a livelli tali da consentire un riutilizzo integrale agricolo, ambientale e potabile indiretto, attraverso l'uso di tecnologie ambientalmente sostenibili, con un incremento trascurabile dei costi del sistema depurativo e dei servizi idrici, a fronte di quelli che sono i benefici ambientali e sociali ottenibili. Si tratta di un complesso nel quale scienza, tecnologia ed ambiente si incontrano in un percorso realmente circolare e sostenibile, attento alle necessità dei momento con l’acqua che, per molte ragioni, è sempre più al centro dell'attenzione. Infatti il Lago Forcatella è diventato un luogo attraente per la fauna, ad esempio vi si fermano i fenicotteri. Ma serve anche a valorizzare gli aspetti ambientali del contesto paesaggistico: «il lago è un fiore all’occhiello all’avanguardia di cui siamo particolarmente orgogliosi».

«Ogni giorno sosteniamo il concetto di riuso e riciclo guardando sempre alla “sostenibilità” di tutta la filiera delle lavorazioni, applicando costantemente, nello svolgimento delle nostre attività, i princìpi dell’economia circolare». Claudia Casarano - figlia del fondatore e operativa in azienda con le sorelle Valeria (ingegnere) e Giulia (chimica) - è la responsabile della comunicazione e delle relazioni esterne dell’azienda. La progettazione e l’ottimizzazione delle tecnologie impiantistiche e la ricerca di processi innovativi ha permesso all’azienda il raggiungimento di una buona efficienza ambientale ed operativa con risultati evidenti. «La nostra politica di sostenibilità concilia il sempre più elevato livello di performance ambientale con la competitività sul mercato, assieme al conseguimento e al mantenimento delle certificazioni a testimonianza dei risultati ambientali raggiunti» sottolinea Claudia Casarano. Un’azienda che progetta impianti e formula progetti chimici - «che produciamo perché nasciamo come industria chimica» spiega Casarano che si sofferma su un punto: «a monte c’è un grande lavoro di ricerca e sviluppo senza dimenticare poi quello di monitoraggio». 42 dipendenti, un sostanziale equilibrio tra i sessi, un fatturato chiuso a 7 milioni «e prevediamo a fine anno una crescita del 20%».

Crescita del fatturato che vuole andare di pari passo con le opportunità lavorative: «creare posti di lavoro è un nostro obiettivo, prevediamo di assumere dieci persone nei prossimi cinque anni. Anche perché se oggi il mercato di Technoacque è a livello nazionale il futuro che a Fasano vogliono delineare è quello di puntare all’estero in un arco di tempo di cinque anni.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: