martedì 25 ottobre 2016
L'agenzia digitale di intermediazione lavoro sbarca nella città della Mole. In questa prima fase è prevista la selezione e il reclutamento dei lavoratori.
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Inizia per Vicker una nuova avventura all’ombra della Mole Antonelliana. La start up sui micro job, creata pochi mesi fa dai due giovani imprenditori di Vicenza, Matteo Cracco e Luca Menti, dopo Roma, Milano, Padova e Vicenza, sbarca anche a Torino con una prima fase che prevede il reclutamento e la selezione dei lavoratori, per arrivare alla piena operatività e dunque alla possibilità di richiedere servizi tramite App o portale (www.vicker.org) a partire dal 14 novembre.

A salutare l’arrivo in Città della piattaforma che sta conquistando l’Italia con oltre 35mila download dell’App, a Palazzo Civico, sede del Comune, si sono ritrovati, oltre ai fondatori della start up, anche Paola Pisano, Assessora all’Innovazione, e Alberto Sacco, Assessore alle Politiche attive del lavoro, pronti ad avviare sinergie virtuose con tutte quelle iniziative, come Vicker, che utilizzano la digital economy per portare benessere concreto nella vita delle persone: in questo caso con nuove opportunità di lavoro legale, trasparente e tutelato, e con una piattaforma a cui rivolgersi, con fiducia e senza temere frodi di sorta, per richiedere un servizio e risolvere i problemi di tutti i giorni (un idraulico per riparare il lavandino, un tuttofare per svuotare la cantina e così via).

Vicker è un’agenzia digitale di intermediazione lavoro, l’unica del settore riconosciuta dal Ministero del Lavoro, e puntando su Torino vuole dare il suo contributo a rendere la Città ancora più smart, lavorando in sinergia con le Istituzioni che hanno accolto con favore l’iniziativa: "Il Comune di Torino - fa sapere l'Assessora all'Innovazione, Paola Pisano - vuole essere il facilitatore di iniziative come queste per i cittadini. Uno dei nostri obiettivi è promuovere servizi innovativi, come Vicker, che hanno un impatto positivo sulla vita dei cittadini, e nel contempo siano economicamente vantaggiosi per la Città. Siamo altresì convinti - conclude l'Assessora - che tecnologie abilitanti nuove forme di sharing economy, se supportate dalle istituzioni, contribuiscono a disegnare l'architettura di una vera città smart nella quale è la collettività a trarre i maggiori vantaggi”.

Del resto aggiunge Alberto Sacco, Assessore alle politiche attive del lavoro, “mettere insieme una buona idea e le potenzialità della tecnologia porta sempre a risultati molto interessanti. Vicker – sottolinea Sacco che ha anche la delega alle Attività produttive e al Commercio - ne è una chiara dimostrazione, perché rende più facile e rapido l’incontro tra domanda e offerta: tra chi ha bisogno di affidare a qualcuno l’esecuzione di un lavoro in ambiente domestico, come riparare un mobile, prendere ripetizioni di matematica o anche solo assicurarsi un po’ compagnia, e chi si propone per quel lavoro. L’Amministrazione comunale – conclude Sacco - guarda con favore a ogni strumento che risulti utile a stimolare lo sviluppo di attività in ambito lavorativo e la crescita di opportunità di impiego e, al contempo, contribuisca a semplificare e aggiungere qualità alla vita quotidiana di ogni cittadino”.

Lavorare gomito a gomito con le Istituzioni fa parte della filosofia di Vicker, progetto che tra l’altro è già stato presentato a Palazzo
Chigi e al Ministero del Lavoro, così come al Ministro dello Sviluppo Calenda:“Attivare un dialogo e una sinergia con le Istituzioni in generale ed in particolare con le Amministrazioni delle città in cui arriviamo - fa sapere Luca Menti Ceo di Vicker - per noi è fondamentale perché crediamo davvero nel valore sociale della nostra piattaforma. Abbiamo già sperimentato le ricadute positive sulla cittadinanza amplificate dal supporto da parte degli Enti locali e ringraziamo il Comune di Torino per l’accoglienza e l’interesse con cui guarda alla nostra iniziativa”.

“La digital economy - aggiunge Matteo Cracco Ceo di Vicker insieme a Menti - può essere una grande risorsa ma deve avere due riferimenti imprescindibili: rispetto della legislazione vigente e del benessere dei lavoratori. La digital economy, e Torino in particolare, non si meritano un caso come Foodora evidentemente impostato su un modello di business sbagliato. Noi rispettiamo lavoratori e normative e siamo felici di arrivare in Città proprio in questo momento, per dare la prova ai torinesi che della digital economy fatta come si deve ci si può fidare!”.

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