A dispetto della crisi, cresce in Italia l'esercito delle imprese al femminile: tra marzo 2012 e marzo 2013 hanno allungato il passo di oltre 10mila unità, a quota 1.424.798, pari al 23,5% del totale delle imprese. Lo rileva Unioncamere nel sottolineare anche che si tratta di un'avanzata più che tripla rispetto alla media dell'intero tessuto imprenditoriale italiano. Difatti le 10.231 imprese femminili costituiscono quasi i 3/4 di tutto il saldo realizzato dal sistema delle imprese (pari a +13.762 imprese). La crescita delle imprese 'rosa' è stata significativa soprattutto nel Lazio (1.662 unita, pari a +1,2%), Lombardia (2.393 unità, +1,2%) e Toscana (1.452 unità, +1,5%). Le imprese femminili si fanno valere soprattutto in agricoltura dove hanno una quota del 29,1% sul totale, nelle attività di alloggio e ristorazione (32,4%), nel noleggio e agenzie di viaggio (29,3%) e nellasanità e assistenza sociale (40,6%). Per quanto riguarda la scelta della forma giuridica delle nuove imprese femminili, si registra un boom delle società di capitali: +11.663 unità, pari ad una crescita del 5,6%. Di rilievo anche l'aumento delle cooperative guidate da donne: 1.042 imprese in più (+3,6%). L'Osservatorio di Unioncamere evidenzia però una maggiore fragilità finanziaria rispetto alla media: il 72% di esse, infatti, opera con un capitale sociale di meno di 10mila euro, contro il 67% della media delle imprese."In questi anni difficili - osserva il presidente di Unioncamere,
Ferruccio Dardanello - la spiccata propensione imprenditoriale delle donne sta dando delle risposte concrete alla crisi e alla riduzione delle opportunità di lavoro. Questa voglia va sostenuta con politiche che semplifichino il momento dello start-up d'impresa, che consentano un accesso di favore al credito, anche nelle forme più innovative come venture capital, microcredito, crowd funding, e poi con azioni di formazione e informazione sui territori".