La Corte d'Appello di Milano ha assolto, oltre a Ubs, Deutsche Bank, Depfa Bank e Jp Morgan, anche i 9 manager ed ex manager degli istituti di credito
imputati per la truffa dei derivati al Comune di Milano. Per
tutti l'assoluzione è arrivata perché il fatto non sussiste. La Corte, presieduta da Luigi Martino, ha inoltre disposto la revoca della confisca dei circa 89 milioni di euro che era stata decisa in primo grado.
Durante il processo d'appello il sostituto procuratore generale Piero De Petris aveva chiesto la conferma della condanna inflitta in primo grado a 1 milione di
multa per ciascuna della 4 banche imputate e una lieve riduzione della cifra confiscata. Riguardo ai 9 manager ed ex manager imputati, il pg aveva chiesto per 4 di loro di non doversi procedere per prescrizione, per altri 4 condanne di circa 6 mesi e per l'ultimo un'assoluzione.
"Sono soddisfatto perché la corte sembra aver riconosciuto che non era possibile intravedere reati nei contratti derivati conclusi col Comune di Milano". È il
commento di Guido Alleva, il legale di Deutsche Bank e Depfa
Bank, due delle quattro banche assolte assieme a nove loro
manager ed ex manager. Per il legale l'assoluzione con formula piena di oggi potrebbe "servire a fare chiarezza sugli aspetti giuridici che riguardano questi
contratti" e dai quali il Comune di Milano "ha incassato vantaggi".
Il Comune di Milano e gli allora amministratori e funzionari che decisero e sottoscrissero l'operazione finanziaria escono molto male dalla vicenda. Dal verdetto consegue che sindaco, assessori e burocrati non seppero gestire la vicenda e commisero errori gravi. Ma a pagare le conseguenze di scelte sbagliate sono stati i cittadini. Resta da vedere se si andrà anche in Cassazione. E se l'attuale giunta potrà rivalersi su esponenti di quella passata.
«La sentenza di oggi sui derivati
conferma la validità della scelta del Comune di Milano di
stipulare un accordo extragiudiziale con le banche, un accordo
che non viene in nessun modo modificato dalla decisione di
oggi». Lo ha affermato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, estraneo dal punto di vista politico alla vicenda in quanto legata
all'operato di amministratori precedenti, commentando la decisione di oggi della Corte d'Appello di Milano
sui derivati.
«Nel marzo del 2012, infatti - continua il sindaco - il Comune di Milano ha siglato
con DepfaBankPlc., DeutscheBank AG, JPMorgan Chase Bank, N.A.,
UBS Limited, J.P. Morgan Securities Ltd e UBS Italia Sim S.p.A.
un accordo che ha consentito al Comune entrate pari a 455
milioni di euro da qui al 2035, di cui 40 già incassati nel 2012
- ricorda Pisapia -. A ciò si aggiungeranno per l'intero
periodo, a favore del Comune, gli interessi attivi su tali
somme. L'operazione ha consentito anche lo smobilizzo di 80
milioni di euro, prima vincolati in un fondo rischi proprio sui
derivati».
Per questi motivi e alla luce della sentenza di oggi «chi ha
attaccato l'accordo del 2012 dovrebbe invece ringraziare questa
amministrazione che non solo ha posto fine, come avevo già
affermato allora, a un contenzioso iniziato anni prima, ma ha
anche trovato una soluzione economicamente vantaggiosa
indipendentemente dall'esito del processo penale».