Dopo diversi anni in cui gli aumenti degli stipendi sono stati pari o inferiori al livello dell’inflazione, nel 2015 i lavoratori italiani sono pronti a beneficiare di una crescita degli stipendi in termini reali: è quanto emerge dall’ultimo Salary Budget Planning Study di Towers Watson. Lo studio, che concerne principalmente le aziende del settore privato, rivela che lo stipendio medio italiano è cresciuto del 2.5%; ciò, unito alla bassa inflazione annuale dello 0.4%, porterà a una crescita in termini reali degli stipendi che non si registrava da molti anni. Si prevede che l’aumento dei salari in Europa supererà significativamente l’inflazione quest’anno, con Francia ed Olanda che beneficeranno di condizioni simili all’Italia, mentre i dipendenti britannici e tedeschi beneficeranno di un aumento medio di circa il 3%. In Spagna, Svizzera, Irlanda e Grecia le risorse stanziate per aumentare gli stipendi saranno più basse, pari a circa il 2%, ma i livelli negativi d’inflazione in questi paesi dovrebbero riflettersi in un costo della vita più basso per la maggioranza dei lavoratori.
Rodolfo Monni, responsabile Indagini Retributive di TowersWatson in Italia commenta: "Nel 2015 molti dipendenti percepiranno che la tendenza è variata. La combinazione di un discreto aumento dei salari e un’inflazione vicina a livelli record negativi fanno sì che i dipendenti italiani inizino a vedere un reale incremento del loro reddito dopo anni di crescita zero. La situazione è analoga nel resto dell’Europa occidentale: in tutti i paesi le risorse stanziate per gli stipendi superano significativamente l’inflazione, cosa che non sempre si è verificata nel corso degli ultimi anni". Per il 2016, la previsione per l’Italia è molto simile in termini di crescita degli stipendi, ma con l’inflazione attesa rapidamente in crescita dallo 0.4% al 1.2%: l’aumento del reddito disponibile in termini reali sarà percepito in forma attenuata. Uno scenario simile è atteso in Europa, con l’incremento degli stipendi compreso tra il 2-3%. È previsto inoltre che il tasso di inflazione si attesterà nel continente a circa il 1.2-1.6%, fatta eccezione per Spagna, Svizzera, e Grecia dove si stima che l’inflazione resterà inferiore all’1%. Monni continua: "Anche se l’inflazione, come atteso, dovesse crescere dell’1.2% l’anno prossimo, si tratta pur sempre di un livello storicamente basso. Per fare un confronto, tra il 2011 ed il 2013 abbiamo registrato un’inflazione annua compresa tra il 2.5% ed il 4.5% e una crescita degli stipendi che era equivalente o significativamente inferiore. Di conseguenza, nel 2016 si prevede quindi un nuovo incremento dei salari in termini reali".