Fra il 2004 e il 2012 circa 12mila giovani universitari hanno avuto la possibilità di inserire nel proprio curriculum un periodo di formazione-lavoro nella Pa, svolto nel 70% dei casi all’estero. Dall’entrata in vigore della Legge Fornero quest’opportunità è sfumata definitivamente. E ciò a fronte della richiesta sempre più pressante di esperienze precedenti da parte di enti e aziende in cerca di personale.
Una sventura generazionale raccontata per numeri da Tirocini formativi – L’esperienza della Fondazione Crui, l’ultimo volume pubblicato dalla Fondazione della Conferenza dei Rettori.
Grazie agli accordi fra quest’ultima, infatti, e 16 enti ospitanti – per lo più nella Pubblica amministrazione (Ministeri, Agenzie e altre Istituzioni) – nei novi anni monitorati sono stati messi a disposizione dei giovani universitari 18.164 posti di tirocinio, di cui il 64% all’Estero. I 71 atenei partecipanti hanno presentato alle selezioni finali più di 158mila candidature. Numeri a sei cifre che mettono in evidenza il grande interesse di studenti e laureati per questo strumento.
Interesse seguito, poi, da una generale soddisfazione. Dato confermato da un’indagine di customer satisfaction realizzata dalla Fondazione Crui nel 2012 su un campione di circa 10mila partecipanti ai programmi di tirocinio. Dalla rilevazione, infatti, emerge che più del 70% dei circa 5mila rispondenti ritiene l’esperienza svolta valida a livello formativo e il 90% utile anche sul piano della crescita personale.
Il processo di revisione della normativa sui tirocini ha reso sempre più complesso l’espletamento di Programmi nazionali come quelli promossi dalla Fondazione Crui, specie per le restrizioni imposte agli enti pubblici ospitanti, che di fatto non sono più in condizione di offrire posti di tirocinio in linea con la normativa. Questo dato comporta il grande rischio di bloccare un circuito virtuoso, a scapito proprio di quei giovani meritevoli che la nuova normativa si prefigge di tutelare.
A seguito della riforma Fornero (Legge 92/12), infatti, i numeri dei tirocini hanno registrato un crollo senza precedenti. Le candidature son passate dalle oltre 20.000 del 2011 alle 12.580 del 2012. Analogamente l’offerta di posti è passata dai 2400 del 2011 ai 1453 del 2012, per poi arrivare al blocco totale dell’attività a partire dal 2013.
"Non compete alla Crui – sottolinea il presidente Stefano Paleari – verificare se si sia abusato del tirocinio per coprire forme inaccettabili di utilizzo di manodopera a costo zero. È tuttavia necessario stabilire una volta per tutte e in maniera chiara che esiste una differenza sostanziale fra questi possibili abusi e i tirocini formativi e di orientamento proposti dalle Università. A questo proposito, nel 2012, la Fondazione Crui realizzò un’indagine in collaborazione con Centromarca. Chiedemmo ai manager delle aziende cosa caratterizzi il profilo di un buon laureato. Il 66,4% ha risposto 'fare una consistente esperienza operativa sul campo'. Alla domanda 'cosa fare per colmare il gap fra i desiderata e la realtà?', la risposta che ottiene il secondo posto è 'inserire lo stage nel percorso curriculare'".
L’indagine completa: http://www.fondazionecrui.it/Documents/Tirocini_nella%20PA%20_occasione%20perduta.pdf