lunedì 9 febbraio 2015
​Scoperta una colossale frosa fiscale attaverso la filiale svizzera della banca britannica Hsbc. 5.439 gli italiani nella "Lista Falciani": concluse 3.276 ispezioni, redditi non dichiarati per 742mila euro.
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​Una colossale frode fiscale attraverso i forzieri della filiale svizzera della banca britannica Hsbc: la pressione mediatica del terremoto Swissleaks scuote l'Europa ed il mondo intero e ripropone con forza la necessità dello scambio automatico di informazioni, meccanismo che consente alle autorità fiscali degli Stati di inviarsi dati relativi ai contribuenti, un meccanismo a cui l'Unione sta lavorando ormai da anni, e che sulla carta viaggia verso un accordo, che dovrebbe entrare in vigore nel 2018.Così come lo scandalo Luxleaks (le rivelazioni che hanno descritto come le pratiche dei 'tax ruling', riducono praticamente a zero le tasse per imprese e grandi ricchi in Lussemburgo ed in altri 22 Paesi) anche Swissleaks - 180,6 miliardi di euro transitati, a Ginevra, nel solo periodo tra il 9 novembre 2006 ed il 31 marzo 2007, con i nomi di 100mila clienti e 20mila società off-shore e molti segreti da nascondere - rafforza nell'opinione pubblica la richiesta di trasparenza.  Da Bruxelles la denuncia è aperta: "il segreto bancario è stato usato per evitare di pagare le tasse". E lo scandalo potrebbe contribuire a stringere sulle trattative per lo scambio automatico di informazioni. Il negoziato si dovrebbe concludere a marzo, per arrivare ad un accordo a giugno.  L'Ue tiene sotto osservazione il ciclone che si va formando man mano che vengono resi pubblici dettagli della lista Falciani, dal nome dell'ingegnere informatico italo francese ex impiegato della Hsbc che nel 2008 rubò l'elenco dei clienti della banca, dando il via a numerose indagini giudiziarie. E le procure di mezza Europa, dal Belgio alla Gran Bretagna, dalla Francia all'Italia, alla Spagna, si preparano a mettere in moto nuovi procedimenti, qualora dovessero emergere dati inediti.Nell'elenco compaiono fianco a fianco teste coronate e trafficanti di armi; icone dello sport, attori, diplomatici; sospetti terroristi e tycoon del petrolio. Molte le possibilità che in quei caveau siano finiti anche ingenti patrimoni delle mafie, del traffico di diamanti, di regimi dittatoriali.Fra i nomi spiccano quello di Abdoul-Karim Dan-Azoumi, proprietario di Badica, il più grande esportatore di diamanti della Repubblica centrafricana; ma anche quelli degli attori John Malkovich e Joan Collins. Tra le teste coronate, il sovrano del Marocco Mohammed VI, il re Abdullah II di Giordania, il sultano dell'Oman Qaboos; tra i cantanti i britannici Phil Collins e David Bowie; tra i banchieri la famiglia Botin del Banco Santander. E poi ancora, l'asso della Formula 1 Fernando Alonso e gli italiani Valentino Rossi, Flavio Briatore e lo stilista Valentino.L'Italia è al settimo posto per depositi, con 7,4 miliardi di dollari (al quinto posto per numero di clienti: 7.500). In testa alla classifica c'è la Svizzera, con oltre 31,2 miliardi, seguita da Gran Bretagna (con 21,7), Venezuela (14,8), Usa (13,4), Francia (12,5).L'Italia nella lista Falciani. A fronte di 5.439 nominativi di italiani segnalati ai Reparti della Guardia di Finanza inclusi nella "Lista Falciani" sono stati conclusi 3.276 interventi ispettivi, con la constatazione di elementi positivi di reddito non dichiarati per 741.755.879 euro, e per 4,5 mln di Iva. Lo si apprende da fonti della Guardia di Finanza.  Le altre posizioni non sono state approfondite in considerazione del fatto che i soggetti indicati risultavano non aver effettuato movimentazioni.L'attività ispettiva svolta dalla Gdf ha portato alla denuncia di 190 soggetti per reati tributari e alla scoperta di 101 evasori totali. Ad oggi l'attività svolta dalle Fiamme Gialle ha consentito di riscuotere circa 30 milioni di euro, di cui 3.300.000 a seguito di iscrizione a ruolo. 
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