sabato 21 febbraio 2015
Indennità estesa pure alle autonome e alle collaboratrici anche se il datore non ha versato i contributi.
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Il governo vara la svolta sulla maternità aumentando i periodi di congedo parentale e assicurando il pagamento della maternità alle lavoratrici autonome e collaboratrici. Il quarto decreto di attuazione della legge delega (al quale ha lavorato in particolare la sottosegretaria Teresa Bellanova) guarda alla famiglia e cerca di rendere più facile la conciliazione tra il lavoro e la cura dei figli.Il testo, come ormai avviene sempre, è ancora suscettibile di modifiche dell’ultimo momento e dovrà poi passare al vaglio del Parlamento per il parere non vincolante. Ma le scelte del governo sono chiare. Anzitutto, il trattamento per i genitori adottivi è totalmente equiparato a quello dei genitori naturali, periodi di congedo compresi. Così sarà possibile per tutti i papà e le mamme usufruire del congedo parentale retribuito al 30% fino al compimento del sesto anno di età del bambino e non più dei 3 come finora. E così pure di quello pagato con indennità (fino a una certa soglia di reddito) fino ai 12 anni del figlio e non più degli 8 come previsto ora. Congedi di cui sarà possibile usufruire anche in maniera frazionata a ore e non solo giornaliera.Particolarmente importante l’estensione della maternità alle lavoratrici autonome che potranno (non dovranno) assentarsi per 5 mesi con un assegno pagato. Una misura che sarà garantita in maniera automatica a tutte le lavoratrici iscritte alla gestione separata Inps, anche qualora il datore di lavoro non abbia versato i relativi contributi (ora invece in questo caso l’indennità non viene pagata). Cambia pure il trattamento in caso di parti prematuri: sarà possibile godere di giorni aggiuntivi di congedo successivi alla nascita e non perderli come accade ora. Stessa cosa per i giorni di ricovero in ospedale del neonato che non verranno conteggiati come periodo di congedo. «La madre – si legge nel decreto – ha diritto di chiedere la sospensione del congedo di maternità per il periodo... e di godere del congedo, in tutto o in parte, dalla data di dimissione del bambino». Previsto pure un congedo particolare di 3 mesi retribuito al 100% per le donne vittime di violenza di genere, che potranno anche scegliere di cambiare il loro impegno a tempo pieno in part-time ed eventualmente poi ritornare alla condizione iniziale. Ancora, il padre libero professionista potrà ricevere l’indennità di maternità in caso di impossibilità della madre di goderne.«Sono molto soddisfatta per le norme del decreto Poletti sul Jobs act che riguardano la maternità e la conciliazione dei tempi di lavoro e vita – ha commentato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin –. È il primo atto, dopo il bonus bebè, che dà compimento a un disegno complessivo intrapreso col piano nazionale della fertilità per avviare politiche attive a favore della natalità e della genitorialità in Italia per combattere il grande dramma del crollo delle nascite nel nostro Paese».
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