I lavoratori italiani sentono molto il bisogno di una formazione digitale - Archivio
Il Cegos Observatory Barometer 2020 rileva che per il 90% dei responsabili delle Risorse umane e l’80% dei dipendenti italiani lo sviluppo delle competenze è strategico per affrontare la trasformazione digitale. A seguito di Covid-19 in particolare è emersa l’urgenza di rafforzare le soft skill per il 43% degli Hi italiani rispetto al 34% della media europea. Necessità da mettere in pratica subito all’insegna di una responsabilità sempre più condivisa azienda-individuo. Tra trasformazione digitale e pandemia per tre lavoratori italiani su quattro ci saranno cambiamenti notevoli rispetto al contenuto del lavoro: per questo il 76% dei rispondenti seguirebbe corsi di formazione anche al di fuori dell’orario di lavoro. Capacità di adattamento, comunicazione digitale e remote management sono le competenze fondamentali da sviluppare secondo gli Hr manager. Questi sono tra i primi dati dell'indagine per comprendere i cambiamenti che impattano sul mondo della formazione, anche e soprattutto a seguito della crisi legata al Covid-19. Ha coinvolto 250 rispondenti tra i professionisti Hr e 1.780 dipendenti suddivisi fra Italia, Francia, Germania e Spagna.
«Per molto tempo ne abbiamo parlato, poi in questo 2020 nel giro di pochi giorni le soft skill si sono trasformate da capacità essenziali per il futuro a capacità imprescindibili per il presente; ora non si può che farle proprie davvero - commenta Emanuele Castellani, ceo di Cegos Italy & Cegos Apac –. Durante il lockdown, inoltre, le aziende hanno accettato la sfida del digital learning, soprattutto sincrono, ovvero tramite aule virtuali, che hanno il vantaggio di replicare e conservare alcuni degli aspetti più apprezzati della formazione presenziale, come l’interazione con il trainer e il confronto con gli altri partecipanti e si andrà sempre più verso un utilizzo misto delle due modalità, quindi un approccio blended proprio per massimizzare i benefici di entrambe, nonostante una diffusione ancora parziale al momento».
L’indagine ha toccato quattro aree tematiche: l’evoluzione della tecnologia e l’impatto su Hr e dipendenti; l’effetto di Covid-19; le competenze chiave per il futuro e lo sviluppo di quelle strategiche. Di seguito i dati italiani principali per singole aree:
Digital Transformation
Tra i cambiamenti che secondo gli addetti Hr italiani si verificheranno maggiormente a seguito della trasformazione digitale nei prossimi 5 anni figurano l’emergere di nuove professioni (54%) e la creazione di nuovi impieghi (43%), seguiti dal ridimensionamento (28%). In questo scenario, il 90% degli Hr manager ritiene che la chiave per affrontare la trasformazione digitale risieda nello sviluppo delle competenze, considerata anche dalla gran parte dei dipendenti (81%) una leva strategica. In quest’ottica, i dipartimenti Hr incrementeranno il numero delle persone da formare nel breve termine, facendo ricorso principalmente a upskilling e aggiornamento. Lato dipendenti, nella consapevolezza dei possibili cambiamenti al contenuto del proprio impiego, il 90% si dichiara pronto a seguire autonomamente dei percorsi formativi allo scopo di adattarsi alle nuove esigenze.
Effetto Covid-19
L’impatto del Covid e, in particolare, dell’isolamento forzato, hanno fortemente condizionato la formazione. Infatti, l’86% degli specialisti Hr ha adattato l’offerta formativa aziendale durante il periodo di lockdown, con un 46% che ha convertito l’iniziale formazione in aula in formazione online e un 29% che ha istituito nuovi percorsi formativi proprio a seguito dell’emergenza sanitaria. Come conseguenza, il 77% dei dipendenti intervistati (contro il 64% di media europea) ha frequentato un corso di formazione a distanza. Un effetto che sarà sicuramente duraturo secondo gli specialisti Hr, che per l’80% ritengono che anche nei mesi successivi alla crisi sanitaria ci sarà un incremento della formazione on line. Le modalità digitali utilizzate per erogare la formazione durante il lockdown sono state in primo luogo virtual classroom e webinar (73%), seguiti da moduli e-learning (46%) ed e-coaching (29%). Lavorare efficacemente da remoto, gestire team a distanza e guidare progetti a distanza sono stati gli argomenti maggiormente trattati.
In generale, rispetto alle metodologie utilizzate, mentre a livello europeo coaching individuale, formazione blended e apprendimento d’aula hanno la stessa importanza, in Italia la formazione mista rimane ancora la soluzione meno adottata (29%).
Le competenze chiave per il futuro
Analizzando la padronanza delle competenze, emerge che solo poco meno di un terzo dei dipendenti possiede allo stato attuale quelle necessarie per rispondere alle sfide aziendali. Gli Hr sottolineano come l’area più critica sia rappresentata dalle cosiddette soft skill, con uno scostamento significativo rispetto alla media europea: 43% vs 34%. L’altra area su cui e` necessario porre attenzione e` quella relativa alle skill digitali. Ma quali sono quindi le competenze fondamentali da sviluppare? Gli Hr hanno indicato la capacita` di adattamento (52% vs 42% Ue), la comunicazione digitale (46% vs 51% Ue) e il remote management (45% vs 46% Ue). Sempre secondo le Risorse Umane i tre fattori chiave per incoraggiare e stimolare i lavoratori durante la formazione sono: la facilità di accesso ai contenuti (54%), le simulazioni di situazioni lavorative reali (48%) e l’aspetto ludico e interattivo (43%).
Lo sviluppo delle competenze per il futuro
Un Hr manager italiano su due ritiene cruciali per l’evoluzione della formazione sia le simulazioni e applicazioni on the job, sia, nel 35% dei casi, la creazione di percorsi formativi personalizzabili. Lo sviluppo delle competenze, inoltre, tanto secondo gli addetti Hr (45%), quanto secondo i dipendenti (60%), è una responsabilità condivisa tra azienda e lavoratori; tra di essi il 51% sarebbe disponibile all’autofinanziamento parziale dei costi della formazione. Inoltre, un dato importante è anche la percentuale di coloro che seguirebbero corsi di formazione al di fuori dell’orario di lavoro, che risulta essere particolarmente elevata: 76% in Italia (71% Ue).
«In questo contesto dagli orizzonti incerti – conclude Castellani - occorre utilizzare al meglio tutte le opportunità tecnologiche che possano contribuire alla massima efficacia delle soluzioni formative affinché nuovi comportamenti si tramutino in performance e, quindi, risultati per la persona e per l’intera organizzazione, facendo leva proprio sulla responsabilità sempre più condivisa e sul ruolo attivo che il singolo deve avere nella cura delle proprie competenze, aspetto che comincia ad attecchire e che va pertanto valorizzato anche dal punto vista Hr».
Altrettanto rilevante (per il 74% degli Hr) è, infine, il coinvolgimento delle direzioni operative nel processo di sviluppo di competenze dei propri team, in quanto forniscono al Dipartimento Hr un feedback molto concreto su quali siano le skill necessarie per svolgere determinate mansioni.