giovedì 15 gennaio 2015
Solo un terzo, però, adotta procedure per contrastarlo. A puntare l'attenzione su un problema diffuso e silente è l'Agenzia europea per sicurezza e salute sul lavoro che ha pubblicato on line una guida dedicata.
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Morale basso, scarsa concentrazione, poca produttività e più giorni di lavoro persi. Sono i sintomi da stress da lavoro, un problema che preoccupa ben l'80% delle aziende europee. Solo un terzo però, adotta procedure per contrastarlo. A puntare l'attenzione su un problema diffuso e silente è l'Agenzia europea per sicurezza e salute sul lavoro (Eu-Osha) che ha pubblicato online una guida dedicata alla gestione dello stress lavoro-correlato.Innanzitutto si parte da una definizione. Lo stress non è la pressione in sé delle sfide quotidiane, che sono "una normale componente della vita", ma sopraggiunge quando la persona percepisce "uno squilibrio tra le richieste lavorative e le risorse fisiche e mentali a disposizione per fronteggiarle". Non è una malattia ma può provocare problemi di salute, come maggior predisposizione a subire l'attacco di virus e batteri, ma anche i lividi e le contusioni possono guarire più lentamente. Aldilà delle componenti legate alla vita privata, diversi i motivi che lo scatenano sul luogo di lavoro: mancanza di supporto, poco coinvolgimento e informazioni sui propri compiti, molestie, richieste eccessive. Pesanti le conseguenze sulla salute del singolo e dell'azienda: causa la metà delle assenze su lavoro e si tratta nel 40%, di assenze più lunghe rispetto a quelle dovute ad altri problemi di salute. Inoltre, può quintuplicare la possibilità che si verifichino incidenti sul luogo di lavoro.Di qui l'idea di una 'guida elettronica' rivolta ai datori di lavoro, in particolare di quelli che impiegano meno di 50 addetti. Ecco, quindi, alcuni consigli: in primis 'sensibilizzare' il personale a riconoscere i sintomi in se stessi e negli altri, incoraggiare a parlare e discutere, quindi valutare e agire in modo correttivo. Insomma evitare di far finta di niente perché "non gestire i rischi psicosociali può essere un costo per l'azienda". Il datore di lavoro "non è uno psichiatra e l'azienda non è un consultorio", ricorda la guida, tuttavia è "sbagliato anche pensare che il problema non entri nelle proprie competenze". Anzi, "le cause più comuni di stress da lavoro sono dovute a cattive prassi e procedure gestionali" su cui si può tempestivamente intervenire.
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