lunedì 22 gennaio 2024
Uno studio della Flp (Federazione lavoratori pubblici) segnala che in molti ministeri ed enti non viene rispettato il principio del superamento della prevalenza della presenza in sede per i fragili
Smart working e lavoratori fragili: nella Pa si ignora la direttiva Zangrillo

IMAGOECONOMICA

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Se nel privato la legge ha prorogato fino al 31 marzo 2024 lo smart working per i lavoratori fragili e i genitori di figli under 14, lo stesso non è avvenuto nel pubblico. La scelta sembra sia stata dettata soprattutto da una questione economica e, in particolare, dai maggiori costi che ne sarebbero derivati per la copertura, nella stagione scolastica, del personale docente fragile da sostituire con supplenti. Un aumento della spesa pubblica stimato dalla Ragioneria generale dello Stato in circa 60 milioni di euro.
A fronte della mancata proroga è nata la cosiddetta “direttiva Zangrillo”, emanata proprio dal ministro della Pa il 29 dicembre. Il provvedimento si rivolge alle amministrazioni pubbliche e prevede di poter superare il principio della “prevalenza della presenza in sede rispetto a quella in lavoro agile”, statuito nei mesi scorsi dall’ex ministro Brunetta come norma generale. Questo significa che c’è la possibilità di prevedere il mantenimento in lavoro agile per i lavoratori fragili, ma il numero di giorni autorizzabili può essere diverso a seconda dall’amministrazione e, all’interno della stessa, anche dei singoli uffici. La direttiva presenta comunque alcune criticità: la mancata copertura per il personale scolastico, una buona dose di flessibilità lasciata ai singoli enti (e dirigenti) e una certa genericità sulla portata del superamento della “prevalenza della presenza in sede per il personale fragile”.

Anche se elimina la differenza di condizioni per i lavoratori (sia interni alla Pa sia tra pubblico e privato), tale direttiva «non risulta comunque adottata in buona parte delle amministrazioni che, o l’hanno ignorata del tutto, oppure la applicano in modo forzosamente riduttivo». A segnalare tale situazione è uno studio della Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche (FLP). Nei mesi scorsi la Federazione si è battuta contro i diversi trattamenti previsti dalle normative: «Perché non è giusto che, ad esempio, il personale docente, in una situazione ancora caratterizzata da picchi influenzali e da Covid, non venga adeguatamente tutelato». E ora la stessa FLP lancia l’allarme sul mancato rispetto in molti enti pubblici dell’atto amministrativo del ministro Zangrillo: «È inaccettabile che molte amministrazioni, Comuni e Asl in particolare, stiano ignorando la direttiva o la applichino molto parzialmente, giocando capziosamente sulle parole, e quindi di fatto facendo tornare in ufficio per più giorni a settimana anche personale che rientra nelle maglie molto strette del decreto ministeriale Orlando-Brunetta del 2022, con il quale si individuano le patologie con connotati di gravità», afferma Marco Carlomagno, segretario generale FLP.

Venendo allo studio, non essendoci numeri ufficiali disponibili del numero di dipendenti potenzialmente interessati dalla direttiva, FLP ha effettuato alcune stime da cui risulterebbero coinvolti circa 500mila lavoratori (si tratta di stime effettuate anche tenendo conto dell'età media molto elevata dei comparti: circa il 25% dei 3.200.000 lavoratori pubblici sono over 60 e il 10% è addirittura over 65), compresi tutti quelli che assistono familiari e minori in condizioni di fragilità.
Entrando nello specifico dell’indagine, nelle Funzioni Centrali ci sarebbero circa 50.000 lavoratori, nelle Funzioni locali 120.000, nella Sanità 100.000, nella Scuola circa 200.000.

Se e come si sono adeguate alla direttiva le varie amministrazioni? Nelle Funzioni Centrali, in base ai dati che a disposizione di FLP e che potrebbero essere non esaustivi di tutte le realtà, garantirebbero interamente la prestazione lavorativa in modalità agile al personale fragile con scadenze diverse (gennaio, marzo, maggio 2024): Inps; Inail; Agenzia delle Entrate; Agenzia delle Dogane; Ministero del Lavoro; Ispettorato Nazionale del lavoro; Ministero della Salute; Agenzia Italiana del farmaco; Ministero del Turismo; Ministero dell’Agricoltura; Presidenza del Consiglio.

In applicazione della direttiva danno indicazione di superamento del concetto di prevalenza ma non specificano le giornate e quindi le lasciano alla valutazione discrezionale di ogni singolo dirigente (più o meno 3) Ministero della Difesa, Ministero dell’Interno e Agenzia per i Beni confiscati, Avvocatura dello Stato, Consiglio di Stato, Agenzia per la gioventù, Agenzia per la Cooperazione. Da quanto risulta a FLP, inoltre, non risulterebbero al momento emanate disposizioni e fornite indicazioni che riconoscono tutele specifiche per i fragili per il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero della Giustizia, Ministero della Cultura, Ministero degli Esteri.

Nell’indagine si evidenzia come la situazione negli enti locali sia «particolarmente grave data la miriade di Comuni interessati, spesso molto piccoli». Nelle grandi aree metropolitane, inoltre, si rilevano criticità a Roma, Firenze, Torino e Milano. Non vanno meglio le cose per il personale amministrativo degli ospedali e delle Asl dove vengono segnalati rientri in massa in presenza del personale fragile. Risultano invece in gran parte attuate le disposizioni a tutela dei lavoratori fragili nelle Università e negli Enti di ricerca.

Insomma, la direttiva risulterebbe pienamente rispettata solo in alcuni casi. FLP garantisce che il monitoraggio continuerà anche nelle prossime settimane. «Stiamo facendo una ricognizione su tutto il territorio nazionale e denunceremo all'Ispettorato di Funzione Pubblica tutte le inadempienze e l'inosservanza della direttiva – assicura il segretario generale Carlomagno –. Perché il diritto alla salute è direttamente garantito dalla Costituzione e non può essere disatteso dalla cattiva burocrazia e da quei dirigenti che giocano sulla pelle del personale, in ossequio a una visione del rapporto di lavoro e un'organizzazione degli uffici di stampo ottocentesco».

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