I partecipanti alla I edizione della Cyber HackAcademy - Archivio
Si è conclusa con una cerimonia alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, dell’assessore alla Ricerca Valeria Fascione, del rettore dell’Università di Napoli Federico II Arturo De Vivo e del presidente e amministratore delegato di Accenture Italia, Fabio Benasso, la prima edizione della Accenture Cyber HackAdemy, il percorso di formazione nato da una collaborazione tra Accenture, azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali, e l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con il supporto di Palo Alto Networks, partner di Accenture. Alla cerimonia hanno partecipato anche autorevoli esponenti del mondo della Difesa, a testimonianza delle innumerevoli iniziative di mutua fertilizzazione che vedono la Federico II in prima linea nel progetto e nella realizzazione di attività di formazione congiunte Università/Aziende/Difesa.
Da marzo ad ottobre, il corso ha formato 20 giovani studenti su strumenti, tecnologie e competenze specialistiche legate al tema della cybersecurity, oggi una delle maggiori urgenze per le aziende. I partecipanti, con un’età media di 25 anni e una formazione principalmente Stem, hanno seguito le lezioni gratuite da remoto attraverso una piattaforma di collaborazione on-line e seguendo un progetto sviluppato ad hoc. Corsi frontali, laboratori di tipo hands-on e seminari sono solo alcune delle attività rivolte agli studenti, che hanno acquisito una formazione specializzata nel campo della sicurezza informatica, con particolare focalizzazione su tecniche e protocolli per la sicurezza di rete, delle infrastrutture Cloud, degli ecosistemi IoT (Internet of Things), nonché alle metodologie cosiddette di "Offensive Defense". Il corso ha adottato un approccio esperienziale innovativo basato su sfide pratiche (Cbl-Challenge Based Learning), apprendimento autonomo e didattica basata sul lavoro di gruppo.
Numerosi studi condotti da Accenture confermano come la sicurezza informatica sia una tematica globale con impatti su tutti i settori industriali e la cui crescente complessità richiede talenti con competenze sempre più avanzate. Per questo Accenture ricerca, per l’anno fiscale in corso, oltre 200 profili in area security (di cui il 70% con esperienza e il 30% da formare) per le diverse sedi sul territorio italiano.
Durante la cerimonia di chiusura, preceduta da un momento dedicato all’inaugurazione degli spazi della Cyber HackAdemy all’interno del polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio, sono stati presentati i risultati delle attività di “project work” svolte dai ragazzi durante il semestre e consegnati i diplomi.
A coloro che si sono distinti all’interno del percorso didattico, Accenture offrirà un periodo di stage formativo della durata di sei mesi presso una delle sedi italiane e/o un contratto di assunzione sulla base dei risultati conseguiti.
Fabio Benasso, presidente e amministratore delegato di Accenture Italia, ha commentato a margine della cerimonia: «Siamo particolarmente felici di essere al fianco della Federico II e del Ministro Manfredi per celebrare la fine di un percorso che ha visto dei giovani talenti formarsi su strumenti, tecnologie e competenze specialistiche legate al tema della cybersecurity, una delle maggiori urgenze per le aziende. Un progetto che rappresenta un esempio di come la collaborazione pubblico-privato possa contribuire a chiudere il gap di competenze di cui soffre il nostro Paese e che conferma Napoli come un polo di eccellenza nazionale e una realtà strategica per il business di Accenture in Italia a cui da anni rivolgiamo iniziative ed investimenti».
Così si è espresso Arturo De Vivo, rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II: «Nell’offerta didattica della Federico II si colloca l’esperienza delle Academy che hanno sede nel complesso di San Giovanni. In questo ambito la Cyber HackAdemy, nata dalla collaborazione tra Accenture e il nostro Ateneo ha portato a termine nella versione digitale imposta dal Covid, il corso di formazione di 20 studenti in questo anno accademico. La loro preparazione in un settore oggi strategico fa dei nostri giovani i maggiori esperti disponibili su un mercato che ha bisogno di figure professionali così formate».
«La cybersecurity è oggi più che mai un abilitatore fondamentale per l’innovazione e la crescita di tutte le organizzazioni. Il crescente utilizzo di nuove tecnologie da parte della criminalità informatica rende però le aziende sempre più vulnerabili e bisognose di competenze altamente specializzate - ha sottolineato Paolo Dal Cin, Accenture Security Lead per l’Europa -. Per questo Accenture è costantemente impegnata nel formare esperti capaci di coniugare know how e utilizzo di tecnologie d’avanguardia al fine non solo di rispondere, ma anche di anticipare le crescenti esigenze del mercato. Con la Cyber HackAdemy puntiamo a offrire ai giovani talenti gli strumenti per poter intraprendere una delle professioni non solo più richieste, ma anche, per chi ha curiosità e passione per la materia, più entusiasmanti del momento».
«La Cyber HackAdemy ha rappresentato, nel contesto di emergenza globale che ha stravolto le vite di tutti noi nel corso del 2020, una sfida di dimensioni ciclopiche, non solo dal punto di vista progettuale, ma anche da quello operativo. Sfida superata brillantemente, grazie all’encomiabile impegno profuso da tutti i partner coinvolti nell’iniziativa - ha affermato il professore Simon Pietro Romano, responsabile scientifico della Cyber HackAdemy -. Possiamo con orgoglio affermare di essere riusciti nell’impresa di formare, impiegando tecniche di didattica innovativa sia in presenza che da remoto, venti professionisti nel campo della sicurezza informatica. La cerimonia della consegna dei diplomi ha rappresentato un momento quasi catartico di incontro di tutti gli attori coinvolti in questa splendida iniziativa, offrendoci, tra l’altro, l’opportunità di inaugurare gli splendidi laboratori realizzati, anche grazie ai finanziamenti provenienti dal Fondo Sociale Europeo, nel complesso universitario di San Giovanni a Teduccio, ormai divenuto un polo all’avanguardia per le attività di innovazione digitale e di trasferimento tecnologico svolte dall’Ateneo napoletano in collaborazione con le aziende».