La sottosegretaria al Turismo Lorenza Bonaccorsi - Ansa
Sostenibilità, formazione e digitalizzazione sono le parole chiave per il rilancio del turismo. Dopo lo tsunami del 2020 il governo, crisi permettendo, è impegnato a sostenere un settore che da solo rappresenta il 13,2% del Pil e dà lavoro a 3,5 milioni di persone. Dati dell’era pre-Covid, ovviamente. Nel Recovery Plan appena messo a punto il peso specifico degli interventi a sostegno della cultura e del turismo è passato dagli iniziali 3 miliardi agli 8 definitivi. Settori definiti ieri dal premier Conte, nel suo discorso alla Camera, «pilastri della strategia nazionale». La sottosegretaria al Turismo del Mibact Lorenza Bonaccorsi assicura che il governo, pur avendo messo in campo tutte le risorse possibili, ha ben chiara la difficoltà degli operatori e lavora ad un piano di lungo respiro.
L’Italia ha tutte le carte in regola per conquistare nuove fette di mercato. «Abbiamo lavorato sin da subito sull’emergenza mettendo a disposizione da marzo a dicembre qualcosa come 11 miliardi di euro» è la premessa da cui parte la sottosegretaria. «A queste cifra dobbiamo aggiungere i fondi per la cassa integrazione ordinaria e straordinaria che per il turismo non esisteva, i contributi a fondo perduto previsti per i codici Ateco, le misure a sostegno della liquidità» spiega Bonaccorsi. Particolare attenzione ai tanti lavoratori precari e stagionali ai quali è stato riconosciuto il bonus delle partite Iva, di 600 e poi 1000 euro, e ancora interventi mirati per le agenzie di viaggio, gli accompagnatori, gli operatori di fiere e congressi, i bus turistici. «È chiaro che ci sono categorie che restano fuori e si cerca con i decreti ristori di andare ad integrare queste mancanze. Come ha detto il ministro Franceschini continueremo a lavorare per stare accanto a lavoratori e imprese nei prossimi mesi » aggiunge. Tra le misure più contestate c’è il bonus vacanze, il contributo sino a 500 euro riservato alle famiglie con un Isee inferiore ai 40mila euro, che secondo la sottosegretaria «ha sopperito in alcune zone d’Italia alla mancanza di turisti stranieri» che da soli rappresentano più del 50% delle presenze. I dati definitivi ancora non ci sono, si è data infatti la possibilità di richiedere il bonus sino a dicembre e di utilizzarlo sino a giugno del 2021, ma già si ragiona su una nuova proroga «intervenendo con meccanismi di semplificazione». Fare previsioni per il futuro al momento è difficile. Si dovrà prima capire quale sarà l’andamento della pandemia e quali misure si potranno prendere a livello europeo e non solo, come i passaporti sanitari e i 'corridoi turistici' tra Paesi che possono essere dei meccanismi per facilitare gli spostamenti in sicurezza. Nell’immediato si dovrà risolvere la questione del turismo invernale per il momento sospeso con gli impianti sciistici fermi sino al 15 febbraio. «Ci sono alcune date di previsioni di riapertura ma vanno concordate con gli altri paesi europei alla luce dei dati sulla pandemia per evitare squilibri» spiega Bonaccorsi.
«Nelle linee d’intervento del Recovery Plan il turismo viene considerato un asset strategico per la ripresa. Si va nella direzione di una riqualificazione dell’offerta del nostro Paese in un’ottica ambientale e di sostenibilità che rispetti i territori e la sicurezza alle persone. In Italia abbiamo tante strutture ricettive datate che devono adeguarsi ad esempio sotto il profilo del risparmio energetico. Sarà inoltre inevitabile il ridisegno dei luoghi dell’ospitalità con delle modifiche delle zone comuni» sottolinea la sottosegretaria. Un occhio di riguardo sarà dedicato alla formazione professionale perché ci sono molti istituti secondari ma manca una scuola di alta hotellerie che possa formare delle figure professionali sempre più richieste. Un altro canale da potenziare è quello dell’innovazione e digitalizzione visto il 'trasloco' delle prenotazioni on-line. «Servono politiche di promozione per la gestione dei flussi a monte. Occorre contrastare il fenomeno emerso nel 2019 di overtourism nelle città d’arte e moltiplicare le offerte e le destinazioni». In quest’ottica vanno gli interventi di potenziamento delle infrastrutture del Sud Italia in particolare quelle legate all’alta velocità, di riqualificazione delle coste e dell’individuazione di progetti di ricettività extra-alberghiera.