Circa 300 iniziative di 36 ore,
individualizzate e rivolte a cittadini disoccupati di Paesi terzi e
regolarmente soggiornanti sul territorio marchigiano.
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Promuovere l'occupabilità di
cittadini di Paesi terzi vulnerabili o in condizione di disagio
occupazionale, attraverso servizi di informazione, orientamento al
lavoro e valorizzazione delle competenze informali. Era questo
l’obiettivo del progetto Percorsi di orientamento al lavoro. Finanziato dal Fondo europeo per
l'integrazione di cittadini di Paesi terzi - Annualità 2013 - il
progetto vede la partecipazione della Regione Marche, capofila del
progetto in partenariato con le cinque Province marchigiane. Le stesse
Province hanno testimoniato il raggiungimento degli obiettivi che si era
posto il progetto e il loro ruolo attuativo condotto nell’ambito delle
azioni realizzate a livello locale, grazie al forte coinvolgimento dei
Servizi provinciali per il lavoro: circa 300 percorsi di 36 ore,
individualizzati e rivolti a cittadini disoccupati di Paesi terzi e
regolarmente soggiornanti sul territorio marchigiano. Cittadini che sono
iscritti presso gli elenchi anagrafici dei Centri per l'impiego e la
formazione (Ciof) e titolari di permesso di soggiorno per protezione
umanitaria. L’orientamento al lavoro è stato realizzato attraverso
diverse azioni che, partendo dal colloquio conoscitivo e motivazionale,
si sono sviluppate fino alla formulazione del bilancio delle competenze
per poi giungere alla definizione di un Piano di intervento
personalizzato che comprende attività di definizione della strategia
delle singole competenze, counselling e orientamento al lavoro con lo
scopo di garantire un corretto incontro tra domanda e offerta di lavoro
esistente sui territori. Anche i beneficiari del progetto hanno
raccontato la propria esperienza nei percorsi di inserimento realizzati e
sono state infine condivise le buone pratiche e i modelli di intervento
adottati a sostegno dell’occupabilità dei lavoratori stranieri, sia per
garantire piena sostenibilità all’iniziativa in futuro, sia come
modello di integrazione sociale di cittadini stranieri e valorizzazione
delle competenze di ognuno.