Misure a sostegno dei giovani marchigiani disoccupati che diventano imprenditori - Archivio
Oltre 2,9 milioni di euro a favore di giovani disoccupati. È lo stanziamento previsto da una delibera approvata dalla Giunta della Regione Marche su proposta dell’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi. L’atto contiene le linee guida per il sostegno alla creazione di impresa da parte di disoccupati residenti nei comuni delle Marche che non fanno parte delle aree di crisi industriale e nei comuni ricadenti nella Strategia Nazionale Aree Interne (Snai) e degli Investimenti territoriali integrati (Iti) urbani.
«Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione di questo documento di particolare importanza per tanti giovani in cerca di occupazione – ha affermato l’assessore Aguzzi – perché con questa misura di politica attiva si favoriscono le condizioni per creare impresa e buona occupazione e, in sostanza, un futuro lavorativo».
Il sostegno all’autoimprenditorialità è una delle misure di politica attiva cofinanziate dal Fse che ha riscosso un notevole successo negli anni scorsi con la creazione di circa 850 nuove imprese, di cui circa il 70% ubicate in aree di crisi industriale e in area cratere, con un’occupazione creata di circa 1.100 nuove assunzioni.
L’intervento finanzierà nuove imprese (inclusi liberi professionisti e studi professionali), create da disoccupati residenti nei comuni ammissibili con un’età minima di 18 anni. L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari a un massimo di 35mila euro ripartito in due tranche: la prima pari a 15mila euro viene erogata alla neoimpresa al momento della dichiarazione di avvio attività e una volta garantito l’impiego del titolare o socio o libero professionista. La seconda, facoltativa, pari a un massimo di 20mila euro, alla chiusura del progetto qualora l’impresa crei ulteriore occupazione ed è commisurata al numero di posti di lavoro creati e alla tipologia di contratto.
«Abbiamo voluto rendere operativo questo strumento di politica attiva anche nel territorio regionale non coperto da processi di area di crisi industriale – ha concluso Aguzzi – che a loro volta possono fruire di risorse ad hoc nell’ambito dei rispettivi Accordi di programma».