Nel mese di gennaio 2023, i nuclei beneficiari di reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza sono stati 1,16 milioni in totale (1,04 milioni reddito e 121mila pensioni), con 2,47 milioni di persone coinvolte (2,33 milioni per il reddito e 137mila per la pensione). L'importo medio mensile erogato a livello nazionale è di 563 euro (592 euro per il reddito e 309 euro per la pensione). Lo comunica l'Inps spiegando che l'importo medio varia sensibilmente con il numero dei componenti il nucleo familiare, e va da un minimo di 458 euro per i nuclei costituiti da una sola persona a un massimo di 810 euro per le famiglie con sei o più componenti. La platea dei percettori è composta da 2,18 milioni di cittadini italiani, 198mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno Ue e 83mila cittadini europei.Per i nuclei con presenza di minori (366mila, con 1,3 milioni di persone coinvolte), l'importo medio mensile è di 709 euro, e va da un minimo di 604 euro per i nuclei composti da due persone a un massimo di 813 euro per quelli composti da sei o più persone. I nuclei con presenza di disabili sono quasi 203mila, con 454mila persone coinvolte. L'importo medio è di 506 euro, con un minimo di 399 euro per i nuclei composti da una sola persona e un massimo di 764 euro per quelli composti da sei o più persone. La distribuzione per aree geografiche vede 420mila persone beneficiarie al Nord, 324mila al Centro e 1,72 milioni nell'area Sud e Isole.
Il governo vuole riformare il reddito di cittadinanza, abolendolo dal 2024 e sostituendolo con altre misure meno estese. D’altronde la legge di Bilancio prevede che già da agosto i percettori della misura ritenuti occupabili perdano il sussidio, nonostante non manchino le difficoltà riguardanti i percorsi di formazione, non ancora avviati. Sicuramente l’obiettivo del governo Meloni è quello di far diventare la misura più simile al reddito d’inclusione, ovvero permettendo solo a chi non può lavorare di beneficiarne. Intanto lo scorso 15 febbraio la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per il reddito di cittadinanza: non è in linea con il diritto dell'Ue perché con il requisito di residenza per dieci anni nel Paese è "discriminatorio" verso i lavoratori Ue e di quanti godono di protezione internazionale.