Sono 3,2 milioni i dipendenti pubblici in Italia - Archivio
I dipendenti pubblici italiani sono fermi a 3,2 milioni (a fronte di oltre tre milioni di pensionati), il 14,5% del totale degli occupati, lontani dai 5,7 milioni della Francia, i 5,3 milioni del Regno Unito e i cinque milioni della Germania. Hanno un’età media di quasi 50 anni, fanno poca formazione (spendiamo appena 40 euro l’anno a persona per l’aggiornamento) e, nonostante una buona quota di laureati (il 42,6%), hanno principalmente competenze giuridiche, adatte a gestire procedimenti più che progetti. La grande speranza è rivolta ai concorsi pubblici con le nuove regole che puntano a introdurre in breve tempo nuovo personale giovane e qualificato, i cui effetti, dopo i primi mesi di applicazione sono ancora incerti: su 55 grandi concorsi indetti tra il 2019 e il 2021, 30 si sono conclusi e 25 sono ancora in corso, ma dei 103mila posti messi a bando appena 14mila sono stati assegnati e oltre 88mila (in gran parte nella scuola) sono ancora vacanti. Per raggiungere l’obiettivo di «quattro milioni di dipendenti pubblici con un’età media di 44 anni e competenze adeguate» fissato entro il 2028 dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, considerando anche i previsti 500mila pensionamenti, entro sei anni bisognerebbe assumere quasi 1,3 milioni di persone – circa 200mila ogni anno – con un’età media di 28 anni, avviando un grande piano di formazione impostato su un’analisi delle necessarie competenze. C’è però una campagna di reclutamento che ha raccolto grandi adesioni e sta rispettando la tabella di marcia, portando nel settore pubblico giovani qualificati. È quella per i professionisti del Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza, per cui nel solo 2021 sono state ricevute 160mila candidature e sono già oltre 15mila le assunzioni a tempo determinato realizzate (sommando procedimenti realizzati, conclusi e in corso d’opera). Una quota superiore al 50% del totale previsto, che indica il rispetto del limite fissato entro il 2023. Trentenni, per la stragrande maggioranza laureati, con esperienze lavorative nel settore privato, che si sentono sottoimpiegati e chiedono soprattutto formazione. Sono alcuni degli elementi che emergono dall’inchiesta realizzata dall’Usb-Unione sindacale di base tra 1.170 nuovi assunti nella Pa dal 2018. Tra Pnrr e fondi della politica di coesione, da fine 2021 al 2029 all’Italia arriveranno 484 miliardi di euro di spese straordinarie e aggiuntive da programmare, gestire, monitorare e rendicontare, in media 54 miliardi l’anno. Una quantità di risorse senza precedenti che dovrà essere coordinata da una Pa che ha voglia di riscatto.
Un portale unico per mobilità e concorsi
Un'unica porta d'accesso digitale sia a tutti i concorsi delle amministrazioni pubbliche sia alle
procedure di mobilità. Il portale nazionale del reclutamento inPa cresce e sviluppa nuove funzionalità, grazie alle novità introdotte con il decreto Pnrr 2 appena convertito in legge. «Nato in via sperimentale ad agosto del 2021, inPa si è evoluto in tempi record - commenta Brunetta -. Con il ventaglio dei nuovi
servizi interattivi, con la sua banca dati di circa sei milioni di profili, popolata anche grazie ai protocolli d'intesa siglati con gli Ordini e le associazioni di professionisti, e con la possibilità di estendere le ricerche di personale ai 16 milioni di iscritti a LinkedIn Italia, il portale è un formidabile strumento per un accesso alla Pa sempre più moderno, trasparente e digitale. A vantaggio di tutti: delle stesse amministrazioni, che possono ridurre carta e burocrazia; dei dipendenti, che possono tenere sotto controllo tutti gli avvisi di mobilità; dei cittadini, infine, che possono conoscere in tempo reale le opportunità di lavoro nella Pa e candidarsi con un clic. Sembrava impossibile, adesso è realtà». Dal 1° luglio scorso le amministrazioni centrali e le autorità indipendenti possono pubblicare on line i propri bandi di concorso per le assunzioni a tempo indeterminato e determinato. Per le stesse amministrazioni, e per i candidati che vorranno partecipare alle selezioni, l'uso del portale diventerà obbligatorio dal primo novembre. Il ricorso a inPa
sarà esteso a Regioni ed enti locali per le rispettive selezioni di personale con modalità che saranno definite, entro il 31 ottobre prossimo, attraverso un decreto del ministro della Pa, adottato previa intesa in Conferenza Unificata. Dal 2023 la pubblicazione dei bandi di concorso per assunzioni a tempo indeterminato e determinato avverrà unicamente sul portale e sul sito istituzionale dell'amministrazione che bandisce il concorso. Da subito su inPa sono, invece, disponibili tutti gli avvisi di mobilità, che le amministrazioni sono tenute a inserire in un'apposita sezione.
Le sfide della sicurezza informatica e della comunicazione
Dalla gestione del rischio alla minaccia cibernetica, dal cloud nazionale alle certificazioni. Parte la formazione intensiva sulla sicurezza informatica nella Pa. Dal 12 al 14 luglio a Roma, presso la sede della Scuola nazionale dell'amministrazione, si terrà la prima Summer school sulla sicurezza cibernetica rivolta ai vertici delle amministrazioni pubbliche centrali: la presidenza del Consiglio dei ministri e i ministeri, nonché Inps, Inail, Istat, Agenzia delle entrate, Agenzia delle dogane e dei monopoli, organi costituzionali. L'iniziativa è promossa dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, dalla Scuola nazionale dell'amministrazione e dal dipartimento della Funzione pubblica, in collaborazione con il dipartimento per le Informazioni e la sicurezza, il dipartimento per la Trasformazione digitale, il ministero della Difesa e la Polizia postale. Saranno condivisi e analizzati casi concreti, con riferimento ai quattro pilastri tecnico-operativi della Strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026: cybersicurezza e resilienza, prevenzione e contrasto della criminalità informatica, difesa e sicurezza militare dello Stato, ricerca ed elaborazione informativa.
Rafforzare le competenze legate alla comunicazione pubblica, apprendere le nozioni giuridiche e tecniche di base che regolano le amministrazioni pubbliche, formare professionisti preparati e competenti per garantire una informazione puntuale in grado di contrastare la misinformazione e la disinformazione. Sono questi alcuni degli obiettivi del corso di alta formazione dal titolo Conoscere e comunicare la Pubblica amministrazione organizzato da tre Università toscane, in particolare il dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università degli Studi di Firenze, il dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell'Università di Pisa, il dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive dell'Università degli Studi di Siena, l'Ordine dei giornalisti della Toscana e il Centro studi enti locali spa. Il percorso formativo, patrocinato dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, è previsto per la fine del mese di ottobre ed è composto da 60 ore di formazione on line oltre alla possibilità di stage, tirocini o project work. Sono previsti anche seminari tematici con esperti e professionisti del settore e un convegno a Firenze contro le fake news. I destinatari sono studenti, giornalisti che vogliano candidarsi per ruoli di addetti stampa di enti e società pubbliche, o di portavoce, di professionisti che già operano all'interno di queste realtà e che abbiano intenzione di rafforzare le competenze legate sia alla comunicazione pubblica e agli elementi tecnici e gestionali che interessano la Pa. Il percorso formativo è il frutto della collaborazione tra Ordine dei giornalisti della Toscana, i tre atenei toscani e Centro studi enti locali, sottoscrittori nel gennaio scorso di un protocollo d'intesa che si pone l'obiettivo della collaborazione per la formazione rivolta ai giornalisti.
"Yes I start up" premiato come progetto di valore della Pa
Yes I start up, il progetto realizzato dall’Enm-Ente nazionale per il microcredito nell’ambito dell’accordo istituzionale Anpal, si è distinto classificandosi primo per la categoria “Lavoro e sviluppo economico e imprenditoriale”. I progetti candidati sono risultati 179, divisi per ambiti: dalla sostenibilità alla digitalizzazione, dall’innovazione gestionale alla semplificazione, solo per citarne alcuni. Tra gli elementi di forte innovazione adottati da Yes I start up, e che motivano l’importante riconoscimento dell'Università Bocconi, si colloca senza dubbio l’abilità nell’aver saputo creare una sinergica rete partenariale di collaborazione pubblico-privato. Questo dà luogo a una misura di politica attiva del lavoro realmente di “prossimità”, in cui la standardizzazione del percorso formativo consente di uniformare sia le strategie di azione sia i livelli di apprendimento. A partire dall’edizione 2018/2020, e con l’attuale edizione 2021/2022, a oggi il progetto ha formato e accompagnato alla stesura di un business plan personalizzato oltre 2.500 giovani Neet (che non studiano e non lavorano) e più di 1.200 tra donne e disoccupati di lunga durata. «SDABocconi4gov-Valore pubblico è un riconoscimento di merito per le pubbliche amministrazioni che operano in modo innovativo - conclude il segretario generale dell’Enm Riccardo Graziano -. Abbiamo partecipato a questo bando, riservato alle eccellenze pubbliche del nostro Paese, per presentare un progetto realizzato con Anpal dei cui risultati siamo particolarmente fieri. Tale progetto intende promuovere l’autoimprenditorialità attraverso politiche attive per il lavoro, e ciò in linea con gli indirizzi nazionali ed europei per il sostegno alla produttività, nonché per aiutare a soddisfare le necessità di un mercato in cui urge ricostruire la domanda di lavoro attraverso il fondamentale sostegno dello Stato. L’Enm ha nella sua mission la lotta alle esclusioni sociali e finanziarie attraverso l’educazione e la promozione di innovazione, sostenibilità e progettualità».