In vista del decreto del governo atteso nei prossimi giorni e delle scelte dei singoli Comuni sulle aliquote ancora da applicare, il pagamento della Tasi resta per la gran parte dei cittadini ancora avvolto nell’incertezza. I versamenti della prima rata dovranno essere fatti entro il 16 giugno solo nei municipi che hanno già deliberato le modalità di calcolo dell’imposta, mentre negli altri i termini saranno spostati a settembre, ha annunciato lunedì il Tesoro.
Ma non è escluso che il rinvio possa arrivare a ottobre. Intanto emergono novità sul decreto 80 euro: un emendamento potrebbe favorire le famiglie numerose e monoreddito, alzando la soglia di accesso al bonus a 31mila euro.
Tornando alla Tasi, la soluzione in due tempi non dispiace all’Anci (per il presidente Piero Fassino si tratta della soluzione «più ragionevole») mentre secondo i commercianti siamo di fronte a un «vero groviglio che doveva essere evitato».«Serviva una proroga generalizzata», ha affermato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Considerando comunque che solo un decimo dei Comuni è in regola con i tempi stabiliti, il grosso dei contribuenti pagherà a fine estate. Contro la soluzione tecnica individuata dal governo partono le prime iniziative: il Comune di Varese chiederà alla Consulta di pronunciarsi sulla tassa, considerandola anticostituzionale, una patrimoniale mascherata da tassa sui servizi.
Mentre i consumatori del Codacons ritengono che la scelta dello slittamento sia stata presa «senza alcun valido motivo, creando disparità di trattamento». Intanto il Comune di Ferrara smentisce la Uil, che l’aveva indicata tra le 12 città dove si pagherà di più che con l’Imu. Lo studio Uil «ha usato una media sbagliata», precisano dal municipio: a Ferrara si pagherà in media 8 euro in meno che nel 2012.
Intanto in Senato la maggioranza lavora per modificare il decreto Irpef a favore delle famiglie numerose: la soglia di reddito annua entro la quale si ha diritto al bonus da 80 euro potrebbe salire da 26 a 31mila euro per i soli nuclei monoreddito e con almeno tre figli. Secondo fonti parlamentari l’allargamento è fattibile perché avrebbe un impatto contenuto sul piano delle coperture aggiuntive. Ma l’ultima parola sta al governo. Si tratterebbe di un primo passo verso un’articolazione dello sconto in base a redditi e carichi familiari. Mentre finora il bonus è basato solo sul reddito del singolo (raddoppia se entrambi i coniugi guadagnano entro i 24-26mila euro, mentre è nullo se c’è un solo reddito più alto della soglia) ed è indipendente dai figli. Novità anche sul fronte Rai, che potrebbe subire tagli inferiori al previsto. Nel dl la tv pubblica è infatti interessata da due articoli distinti, uno specifico che prevede una riduzione dei costi di 150 milioni ed uno generico che riguarda le riduzioni di spesa di tutte le partecipate dello Stato (pari inizialmente al 2,5% e poi al 4% delle spese operative). Con un emendamento del governo in arrivo, la Rai dovrebbe vedersi escludere dal secondo caso, limitando quindi i tagli a 150 milioni.