Partecipazione sociale e politica, presenza di donne e uomini nei luoghi decisionali, fecondità e natalità, condizioni di vita delle immigrate e degli immigrati per provenienza, violenze, conciliazione tra tempi di vita e lavoro, tra lavoro e famiglia, reti di aiuto, opinioni su stereotipi di genere e per orientamento sessuale. Sono questi alcuni degli indicatori sulla base dei quali, in aggiunta a quelli già previsti dai regolamenti europei, dovranno svolgersi indagini sociali ed economiche in un approccio di genere, secondo il nuovo disegno di legge presentato dal Cnel,
Disposizioni in materia di statistiche e politiche di genere, per la conoscenza sempre più approfondita dei fenomeni di disparità di genere in Italia."Si tratta di aree di indagine non coperte e a forte domanda di informazione statistica - scrive il Cnel - che collocherebbero l'Italia all'avanguardia nella sperimentazione. In Italia il perdurare delle discriminazioni tra uomini e donne nel mondo del lavoro e le resistenze sociali che si oppongono, talvolta attraverso sempre più frequenti episodi di violenza, al crescente ruolo delle donne nella società, sollecitano strategie, anche trasversali, in attuazione del principio del
gender mainstreaming, cardine della parità di genere".La proposta prevede l'obbligo per gli enti che partecipano al Programma statistico nazionale di rilevare, elaborare e diffondere i dati relativi alle persone disaggregati per uomini e donne. All'Istat verrebbe assegnato un ruolo pilota nei confronti delle attività di ricerca e raccolta dati effettuate da parte di tutti i soggetti della pubblica amministrazione; una lista di macro aree tematiche sulle quali articolare le indagini statistiche, da considerare in aggiunta a quelle aree nelle quali la produzione di statistiche di genere è già obbligatoria in base ai regolamenti europei; un comitato consultivo per le statistiche e le politiche di genere, che, in raccordo con la Commissione per le pari opportunità tra uomo e donna, dovrebbe svolgere un ruolo tecnico-operativo sia di definizione degli obiettivi delle statistiche rilevanti ai fini di genere, sia di traduzione del patrimonio statistico in norme ai fini delle stesse politiche, analogamente a quanto già avviene in altri paesi Ue.