Due nazioni, rappresentate dalle aree di Torino e provincia e la Savoia, 66 giovani coinvolti inun percorso di orientamento, 47 partecipanti avviati al lavoro, 16 giovani inseriti in percorsi di counseling. E una parola chiave Heat: energia. È tempo di bilanci per il progetto italofrancese Heat (Health Education Apprenticeship Training) avviato da Ciofs – Fp Piemonte (Centro Italiano Opere Femminili Salesiane – Formazione Professionale) insieme ai partner italiani e francesi Intoo Srl e CIBC-Savoie nel 2013 per trovare occupazione a più di 60 giovani in 24 mesi."Un’esperienza positiva – ha confermato la presidente Ciofs – Fp Piemonte
Silvana Rasello – che ci permetterà, nel futuro imminente, di costruire una rete transfrontaliera stabile di enti operanti nell'orientamento, nella formazione e nell’inserimento lavorativo".Lo scopo è stato quello di aiutare i giovani a orientarsi nel mondo del lavoro supportandolinel concretizzare i propri progetti. Come il sogno, realizzato, di D. che si è avvicinato a Heat per riuscire, un giorno, ad investire proficuamente le proprie energie in un’attività autoimprenditoriale. Oggi è un libero professionista, che alla passione per le sue piante affianca altre attività affini, capaci di garantirgli un reddito e una formazione continua sul campo. Come il caso di S. che, grazie a un programma di consueling congiunto su più fronti, oggi ha ottenuto il suo primo contratto nel settore che sognava e può guardare serenamente al futuro investendo prima di tutto su sé stessa e sul suo divenire professionale.Gli esempi appaiono ancor più positivi se si tiene conto delle difficoltà d’inserimento che oggi, nella difficile congiuntura economica, avvicinano ancora di più i territori della provincia di Torino e della Savoia, dove è avvenuto il reclutamento, storicamente in forte continuità geo-fisica e socio-culturale. Alla disoccupazione 'classica' si affianca oggi anche il fenomeno dei Neet (Not in Employment or in Education and Training), cioè di quei giovanissimi che abbandonano i banchi di scuola senza trovare una opportunità professionale e arenandosi, di conseguenza, in un limbo di inattività. Ma attenzione. Se è vero che in tutti i Paesi Ocse i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni si imbattono in sempre maggiori difficoltà nel disegnare il proprio futuro professionale è anche vero, però, che i periodi di inattività temporale sul curriculum si pagano.La disoccupazione in giovane età, spiegano infatti i promotori del progetto, presenta effetti'sfregianti' di lunga durata destinati a ridurre le probabilità future di impiego. Come intervenire su questa problematica? Stando ai risultati del progetto biennale è indispensabile la figura di un orientatore nuovo e 2.0: il Com, un consigliere orientatore multi-competente capace di star dietro ai cambiamenti del mercato del lavoro europeo in tempo di crisi. "La creazione di questo profilo – afferma
Daniela Varone, project manager del progetto Heat - sarà proposta come modello per altri enti e organizzazioni perché questa figura può rafforzare l’efficacia dei servizi di formazione, orientamento e job placement e aiutare i giovani nell’affrontare la transizione scuola-formazione-lavoro e le successive transizioni di carriera». D’accordo anche dall’altra parte delle Alpi. "Le tecniche di orientamento del passato – spiega
Arnaud Thiellon di Cibc-Savoie - ormai sono limitate ed è necessario ripensarle senza temere la sperimentazione. Ciascun individuo ha diritto a un percorso di orientamento che duri tutta la vita per diventare life designer a tutti gli effetti cogliendo le possibilità e le opportunità che incontra sulla sua strada. Oggi come oggi i percorsi professionali sono meno prevedibili rispetto al passato e impongono nuove sfide come la necessità di sviluppare competenze velocemente contro l’obsolescenza".