Un programmatore, tra i lavoratori più ricercati in questo periodo (Paulien Osse via Flickr https://flic.kr/p/7AYSJM)
Il lavoro che non c’è, quello precario, quello sommerso e senza tutele e sicurezze. In Italia il bisogno di lavorare sta diventando una questione fondamentale per la vita e la dignità delle persone. La ricerca di un posto si pone come una delle più drammatiche sfide per il nostro Paese che, tra tutti quelli dell’Unione europea, ha una quota di disoccupazione giovanile tra le più alte in assoluto e la maggiore percentuale di giovani che non lavorano né studiano (Neet): un vero e proprio spreco di energie e risorse per il futuro. Un fenomeno che non aiuta la crescita e l’autonomia personale e della società: non consente di formare una famiglia su basi solide e nemmeno di realizzarsi umanamente e professionalmente.
Il progetto Cercatori di LavOro.
La Chiesa e le diocesi italiane sono state tra le prime a promuovere iniziative per favorire l’occupazione. Basti pensare al progetto Policoro, ai Fondi a sostegno delle famiglie in difficoltà o al recente convegno di Napoli Chiesa e lavoro. Quale futuro per i giovani nel Sud?. Ora nasce un altro progetto: Cercatori di LavOro, che propone un cambiamento di “sguardo” (anche alla luce della Laudato si’). Ossia la ricerca delle buone pratiche – che interesserà aziende, istituti che realizzano l’alternanza scuolalavoro, amministrazioni – che poi approderà alla Settimana sociale dei Cattolici Italiani che si terrà a Cagliari, dal 26 al 29 ottobre 2017. L’obiettivo è offrire ai vescovi e alle comunità ecclesiali locali, spesso alle prese con problematiche drammatiche e quasi irrisolvibili di povertà e assenza di lavoro da cui rischiano di essere travolte emotivamente, la gioia e l’ancoraggio a riferimenti di soluzioni possibili, elementi concreti di speranza, spunti per ulteriori sviluppi creativi in direzione di soluzioni adatte anche al proprio territorio.
Esistono nel nostro Paese infatti, persone (amministratori, imprenditori, educatori) che hanno trovato nelle difficoltà delle soluzioni originali. In questo modo si vogliono stimolare le realtà ecclesiali a conoscere il proprio territorio e a identificare pratiche eccellenti in materia di lavoro (come la creazione di posti e anche in termini di qualità e senso del lavoro stesso alla luce della dottrina sociale della Chiesa).
Le buone prassi
La tipologia proposta per l’individuazione delle migliori pratiche si rivolge a questi tre ambiti: imprenditore/ azienda eccellente nella creazione di posti di lavoro e nella qualità del lavoro (tra gli indicatori: ricchezza di senso del lavoro, lavoro agile, conciliazione lavoro-famiglia, partecipazione dei lavoratori alle decisioni dell’azienda, sicurezza del lavoro, partecipazione agli utili, qualità delle relazioni sindacali, welfare eccetera); iniziativa di una pubblica amministrazione eccellente in tema di lavoro (inclusi interventi per chi è alla ricerca di lavoro o lo ha perso); iniziativa eccellente nel sistema scolastico e della formazione professionale in materia di inserimento lavorativo.
Le tappe e fasi della proposta
Il percorso viene avviato con l’individuazione in ciascuna diocesi da parte del vescovo e il successivo ”invio in missione” dei “ cercatori di LavOro”, ovvero di coloro che nel proprio territorio saranno responsabili del percorso e dell’individuazione della buona pratica. L’individuazione dei “ cercatori di LavOro” verrà realizzata a partire dalle realtà ecclesiali più sensibili al tema (operatori del progetto Policoro, laici coinvolti nella pastorale sociale e del lavoro delle diocesi, credenti appassionati ai temi del lavoro e della giustizia). I “ cercatori di LavOro”, una volta inviati in missione, si metteranno in contatto con le realtà amministrative, di formazione e produttive del proprio territorio che li aiuteranno a individuare la migliore pratica. Tra gli enti e organizzazioni referenti accompagnatrici vi saranno innanzi tutto le organizzazioni del mondo del lavoro di ispirazione cristiana (sindacati, banche di credito cooperativo, Acli, Mlac, Mcl) e più in generale le istituzioni locali (Confindustria, Confcommercio, Confartigianato).
Una volta identificata la migliore pratica i “ cercatori di LavOro” dovranno incontrarla, raccontarla e valutarne le caratteristiche secondo una scheda. Sarà importante in particolare identificarne le caratteristiche di successo, le possibilità di riproducibilità dell’esperienza su altri territori nonché le esigenze eventualmente sollevate in materia di politica del lavoro dagli innovatori per aumentare le probabilità di successo di esperienze simili. Nella fase quattro i “ cercatori di LavOro” confronteranno il loro vissuto e la loro esperienza con quelle analoghe raccolte in altri territori in momenti di confronto a livello regionale e poi al laboratorio che verrà organizzato in nell’incontro nazionale di Cagliari.
I due coordinatori dell’iniziativa a livello nazionale sono: Luca Raffaele (luca.raffaele@nexteconomia.org) e Irene Ioffredo (inecoop@confcooperative.it).