Scontro in commissione tra Pd e Nuovo centrodestra sul decreto-legge per il lavoro. Gli alfaniani ora promettono battaglia nell’aula della Camera, dove è atteso il voto di fiducia la prossima settimana. Il partito del ministro dell’Interno Angelino Alfano comunque ci tiene a chiarire come non sia all’orizzonte alcuna crisi e di essere pronto a rinnovare il sostegno al governo.Il Pd, è l’accusa, ha smontato il "decreto Poletti", che però replica: l’esame della commissione si è svolto «senza stravolgerlo e rispettandone i contenuti fondamentali»; ora l’augurio è che l’aula lo «approvi rapidamente», per un «celere completamento» dell’iter. Nel mirino di Ncd non finisce però tanto la revisione del numero delle proroghe possibili nell’arco di 36 mesi, che scendono da 8 a 5 così come chiesto dai Dem, bensì il pacchetto di modifiche sull’apprendistato. «Faremo una battaglia in aula – annuncia il vicepresidente Ncd alla Camera, Sergio Pizzolante – per ripristinare il testo». A non convincere in particolare il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, è il ritorno della formazione pubblica obbligatoria, che prevede un ruolo preminente delle Regioni. Il timore infatti è che così si crei un’Italia a due velocità, considerato che al Sud - evidenzia Pizzolante - è facile immaginare che i corsi non partiranno. Una critica dei contenuti, ma anche del metodo: «In commissione – attacca il capogruppo a Montecitorio, Nunzia De Girolamo – si creano spesso maggioranze variabili e si ritrova una vecchia sinistra che nulla ha a che fare con la rivoluzione di Renzi». Troppi gli ex sindacalisti Cgil e Fiom, è la tesi, che però viene respinta: «Sono orgoglioso della mia storia politica e sindacale», dice il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, sottolineando la propria «indipendenza» da sindacato e imprenditori.Le critiche non arrivano però solo dal partito di Alfano: dubbi sono stati espressi infatti da Sc (che si è astenuta) e da tutte le opposizioni, anche se ciascuno per ragioni diverse. In attesa comunque di capire cosa accadrà in aula (dove Damiano avverte: «Se il governo decidesse di mettere la fiducia, deve essere sul testo uscito dalla commissione»), le modifiche principali che sono state approvate riguardano, apprendistato a parte, i contratti a termine. Oltre alla riscrittura della norma sulle proroghe, infatti i deputati hanno approvato un emendamento del relatore che prevede che l’aziendache non rispettano il tetto del 20% dei precari, calcolato sul totale dei posti fissi, sia obbligato a trasformare questi contratti da temporanei a tempo indeterminato. Via libera, infine, alla proroga di un anno, vale a dire a luglio 2015, per il personale degli asili nido e delle materne comunali.