venerdì 27 novembre 2015
Asci, Face e Integrazione imprenditoriale hanno già coinvolto più di 150 imprese, per lo più cinesi.
COMMENTA E CONDIVIDI
La risposta è spesso quella di non sapere. Accade di frequente tra gli imprenditori stranieri di Prato (per lo più cinesi) multati per un impianto non a norma, per cucine e bombole del gas distese accanto ai macchinari o per irregolarità nei registri. Da qui i progetti che puntano a far emergere e regolarizzare le imprese che oggi a Prato regolari non sono e a integrarle, finanziati dalla Regione Toscana e dalla Provincia, assieme anche alla Camera di commercio. I primi esiti sono stati presentati nel corso della tre giorni che la città e la Regione dedicano al racconto di una città che cambia."Così, anche se l'ignoranza non può mai essere addotta a scusante, assieme ai controlli nelle aziende e alle sanzioni è giusto lavorare anche sulla prevenzione, sulla comunicazione e sull'integrazione, un'integrazione auspicata che farebbe la fortuna e un'ulteriore punto di forza della città", sottolinea l'assessore alle Attività produttive della Regione Toscana, pratese, Stefano Ciuoffo.Ben venga, quindi, una squadra di giovani tecnici e manager con conoscenze culturali e linguistiche in grado di far breccia nel muro che troppo a lungo ha diviso tra loro le diverse comunità straniere nel particolarissimo distretto della moda pratese.E ben vengano anche metodi di comunicazione più diretta come ad esempio Molly, il cartone animato disponibile in streaming su YouTube e condiviso sui social - wechat sopra tutti, per la sua ampia diffusione tra i cinesi - capace di dispensare consigli per la buona impresa. Consigli diluiti in più episodi e apparentemente banali e scontati, ma che banali in fondo non sono: dal non cucinare nei luoghi di lavoro al di fuori degli spazi a questo adibiti, che oltre a non essere sicuro fa rischiare anche multe onerose e per questo non si dovrebbe fare, dagli impianti elettrici che devono rispettare precisi standard alla corretta gestione dei rifiuti speciali.In realtà, i progetti sono ben tre - Asci, Face e Integrazione imprenditoriale - e hanno già coinvolto più di 150 aziende. C'è un numero che aiuta a capire l'importanza della prevenzione: un numero che riguarda un altro progetto, il piano 'Lavoro sicuro' lanciato sempre dalla Regione a settembre dell'anno scorso dopo il rogo della Teresa moda, che inghiottì sette operai che in quel capannone pratese lavoravano, vivevano, dormivano e spesso mangiavano.Quel numero racconta che, una volta multate, più di otto aziende su dieci si mettono in regola, otto aziende pratesi straniere su dieci, tutte a conduzione cinese. Non chiudono e spariscono nel nulla come accadeva un tempo, per poi rinascere con un altro nome e in un altro capannone, ma invece pagano e, dopo aver pagato, alla seconda visita di controllo dimostrano di essersi messa in regola. "Per questo - conferma Ciuoffo - la Regione Toscana ha deciso di muoversi su un doppio binario: non solo controlli, ma anche prevenzione. Multare ma anche spiegare e insegnare cosa correttamente si dovrebbe fare: alle aziende di imprenditori cinesi ma non solo a loro".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: