Il mercato del lavoro a settembre rallenta, riflettendo l’attenuarsi della crescita economica. È quanto emerge dagli ultimi dati dell’Inps, secondo i quali la variazione netta dei contratti (il saldo tra attivazioni e cessazioni) mostra, come già ad agosto, numeri negativi mentre si segnalano più richieste di disoccupazione e raddoppia il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. In questo quadro, a diminuire sono soprattutto i contratti a termine, stagionali e in somministrazione mentre il lavoro stabile cresce grazie al balzo delle trasformazioni di rapporti precari in contratti a tempo indeterminato. Difficile dire quanto questo trend possa essere il frutto del decreto dignità, che ha introdotto criteri più restrittivi sui contratti a termine ma ha previsto anche un periodo transitorio prima delle piena applicazione, scattata solo all’inizio di novembre.
Nel complesso dei primi 9 mesi dell’anno l’Inps fotografa un mondo del lavoro ancora positivo con la crescita del numero dei contratti e l’avanzamento di quelli a tempo indeterminato. Tra gennaio e settembre le assunzioni totali sono cresciute del 5,3% (a oltre 5,6 milioni) ma meno delle cessazioni, salite del 7,4%. Il saldo resta comunque positivo, con 665.000 contratti in più, anche se inferiore a quello dello stesso periodo dell’anno prima (724.000). Se si guarda ai soli rapporti a tempo indeterminato (assunzioni e trasformazioni meno le cessazioni da rapporto stabile) si registrano quasi 170.000 contratti in più, dato nettamente migliore di quello registrato nei primi 9 me- si del 2017 (calarono di 34.673). Un risultato che, in parte, può essere legato alla riattivazione, a partire dal gennaio 2018, degli sgravi contributivi per le aziende che assumono stabilmente personale sotto i 35 anni. I rapporti di lavoro instaurati con gli incentivi in nove mesi sono stati circa 90mila, i 7,1% di quelli stabili (dato inferiore alle stime del precedente governo). Le trasformazioni di contratto a termine o di apprendistato in uno a tempo indeterminato solo salite di ben il 45,6% rispetto ai primi 9 mesi del 2017, mentre le assunzioni a tempo indeterminato solo del 3,4%. Nel solo mese di settembre invece il saldo dei contratti a tempo indeterminato segna +19mila posti (dai - 14mila dello stesso mese nel 2017) a fronte di un accentuato calo dei rapporti a termine (-58mila). In tutto i contratti sono stati 220mila in meno, dato più o meno in linea con quello del 2017.
Nei primi 9 mesi dell’anno le domande di disoccupazione sono state 1,38 milioni con un aumento del 5,8% sullo stesso periodo del 2017. In controtendenza appare la cassa integrazione con il calo nei primi 10 mesi delle ore autorizzate di quasi il 40% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Ma intanto sulla cassa i dati tendenziali non sono agevolmente confrontabili dato che sono cambiate le regole ed è probabile che parte della riduzione sia dovuta all’esaurimento della possibilità di accedere all’ammortizzatore. Inoltre il ricorso alla cassa aumenta a ottobre rispetto a settembre (+34%) e per quella straordinaria la variazione congiunturale supera il 100%, «dato preoccupante perché segnala crisi e riorganizzazioni aziendali, non fermi temporanei», sottolinea il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra.
Nei nove mesi dell'anno saldo positivo, ma i numeri di settembre sono negativi
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