sabato 7 novembre 2015
Se invece di "tassare" le imprese si favorisse concretamente la diminuzione della pressione fiscale, il 70% degli imprenditori sarebbe disposto a investire in ricerca (65%) o nell'assunzione di personale( 20%). Emerge da un'indagine condotta tra gli associati (nella foto il presidente di Api, Paolo Galassi).
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"Entro la fine di dicembre, secondo le stime dell'Ufficio Studi, le pmi associate ad Api, tra imposte e tributi, verseranno allo Stato 60 milioni di euro. Ma cosa avranno in cambio?". È la domanda che pone al governo, a nome di tutti i piccoli e medi imprenditori manifatturieri e di servizio alla produzione associati, Paolo Galassi, presidente Api (3mila imprese per oltre 70mila addetti), analizzando le numerose scadenze fiscali alle quali le aziende dovranno a breve far fronte come anticipo Irpef oterzo trimestre Iva.Secondo un sondaggio promosso tra le aziende associate, infatti, l'89% delle imprese ha dichiarato che il numero degli adempimenti fiscali non è affatto diminuito rispetto al 2014 e che, ogni mese, vengono usate almeno 8/10 ore di lavoro per far fronte alle scadenze fiscali ealle pratiche burocratiche. Dall'indagine emerge inoltre che, se invece di "tassare" le imprese si favorisse concretamente la diminuzione della pressione fiscale, il 70% degli imprenditori sarebbe disposto a investire in ricerca (65%) o nell'assunzione di personale( 20%)."Se facciamo bene i conti - continua Galassi - possiamo stimare che le pmi italiane entro fine anno avranno versato diversi miliardi allo Stato. Una cifra strabiliate soprattutto se si considera che si continua a far ricadere sulle imprese il costo del welfare, della spesa pubblica e delle inefficienze della Pa. Nonostante il governo abbia intrapreso la strada delle riforme con decisioni apprezzabili come quella di spendere buona parte del plafond disponibile per abbassare le imposte, sono, infatti, necessari interventi capillari sulla riduzione della spesa pubblica improduttiva per trovare le risorse utili per competere ad armi pari con i competitor europei e interventi strutturali su Irap e cuneo fiscale. La riduzione di alcune imposte annunciate dal governo ricadranno, con minori trasferimenti di risorse, sugli enti locali con conseguente possibile aumento delle imposte locali per le imprese e i cittadini. Serve quindi un maggior coordinamento nel scelte prese a livello nazionale e locale per favorire lo sviluppo delle imprese; in cambio le pmi, come sempre, ci saranno, non facendo mancare il costante supporto che danno al sistema Paese".
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