L'Opec ha approvato formalmente un taglio della produzione di 2,2 milioni di barili al giorno. Lo ha annunciato il presidente del cartello petrolifero Chakib Khelil dopo la riunione ministeriale. Con questo taglio, l'Opec ha ridotto la produzione di 4,2 milioni di barili dallo scorso settembre. In attesa della decisione dell'Opec il prezzo del petrolio viaggiava in calo sotto la soglia dei 43 dollari al barile a NewYork. Il greggio con consegna a gennaio è scambiato a 42,60 dollari al barile,
Russia pronta a ridurre la produzione. La Russia potrebbe ridurre «ulteriormente» la produzione petrolifera, con un «taglio più consistente di quello da 350 mila barili al giorno deciso a novembre». Lo ha detto il vice premier russo Igor Sechin al vertice Opec in corso ad Orano, in Algeria, secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg. Sebbene la Russia non intenda annunciare oggi un possibile ingresso all'interno del cartello dei maggiori paesi produttori, come ha indicato da Mosca dal viceministro dell'energia russo Anatoli Ianovski, il paese punta a sostenere il piano di riduzione delle quote - al centro del vertice odierno - per supportare il mercato petrolifero e le quotazioni del barile.«La Russia - ha dichiarato Sechin - agirà in base alle condizioni di mercato». Mosca ha anche fatto sapere che anche l'Azerbaijan ed il Kazakhstan sarebbero pronti a supportare il taglio della produzione. Se le quotazioni petrolifere scenderanno ancora, ha spiegato Sechin, la Russia è pronta a contrarre la propria produzione. Il taglio, in base alle cifre indicate dal vice premier, potrebbe scattare dal prossimo anno, superando i 300 mila barili al giorno e raggiungendo i 320 mila barili. Mosca si è anche detta disponibile ad ospitare, in futuro, una riunione dell'Opec, mentre il ministro venezuelano dell'Energia, Rafael Ramirez, ha dichiarato che il cartello si vedrà di nuovo sicuramente prima di marzo.