Dal 1° maggio 2017 sarà possibile andare in pensione anticipata. E per accedere alla cosiddetta "Ape social", l’anticipo pensionistico senza penalizzazione e pagato dallo Stato, il tetto fissato dal governo nella legge di Bilancio è di 1.350 euro lordi al mese. «Noi vorremmo fosse un po’ alzato. C’è poi il tema delle platee legate agli anni di contribuzione. I lavori gravosi interessano gli operai dell’edilizia, i maestri di scuola d’infanzia, i macchinisti e gli autisti di mezzi pesanti, alcune tipologie di infermieri», spiega
Domenico Proietti, segretario confederale Uil, dopo l’incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
Tommaso Nannicini.Ieri il nuovo round fra governo e sindacati in materia previdenziale. E dal ministro
Giuliano Poletti sono arrivate parole di apertura per un’intesa: «Sull’Ape social stiamo lavorando al meglio per trovare un punto di equilibrio. Sapevamo di dover tenere in equilibrio una serie di elementi. Il primo era la dotazione economica che vale sei miliardi e sapevamo di dover decidere e valutare insieme le platee, le categorie e gli anni di versamento».Con l’Ape volontaria (non quella sociale) ci sarà una detrazione pari al 4,5-4,6% per ogni anno di anticipo. Inoltre sono state innalzate le soglie di contribuzione minima per accedere alle mini-pensioni a costo zero per il lavoratore: 30 anni se si è senza occupazione, 36 anni se si è lavoratori attivi. I lavoratori precoci possono andare in pensione con 41 anni di contributi, prima di aver raggiunto i 63 anni di età, limite previsto per l’accesso all’Ape agevolata. Il governo ha anche confermato l’intenzione di togliere la penalizzazione – che sarebbe dovuta tornare nel 2019 – per chi va in pensione prima dei 62 anni.Nannicini ha anche assicurato che il cosiddetto "reddito ponte" sarà interamente a carico dello Stato, nessun carico in caso di reversibilità, «gli eredi non rischiano niente». Quanto alla manovra complessiva sulle pensioni, il sottosegretario ha spiegato che le misure sono state introdotte «per esigenze di equità sociale dando un segno ai redditi bassi e un segnale a chi è in condizioni difficili, a chi è disoccupato o a chi fa dei lavori gravosi».Mentre la Uil si è detta soddisfatta dell’incontro anche se vanno fatte ancora alcune limature, la Cgil è sul piede di guerra. Dura la reazione del sindacato di Corso Italia. Il governo «ha inventato all’ultimo giro dei criteri per escludere le persone» per andare in pensione anticipata, ha tuonato la segretaria generale
Susanna Camusso. «Ci siamo trovati davanti a un non rispetto delle cose che abbiamo detto nelle ore di discussione, cioè l’accesso alla cosiddetta Ape social, alla possibilità di andare in pensione anticipata rispetto alla vecchiaia per alcune condizioni sociali e lavori gravosi». La segretaria generale della Cisl,
Annamaria Furlan, invece, ha sottolineato che «la discussione è aperta, andremo avanti col nostro lavoro, un bel pezzo già stato fatto con soddisfazione per tanti lavoratori, giovani e pensionati, altro è in cantiere».Molto critici i parlamentari del M5S della commissione Lavoro di Camera e Senato: «Il governo ha fatto marcia indietro aumentando gli anni di contributi necessari per poter accedere all’Ape. Si manterrebbe il principio secondo cui i futuri pensionati dovrebbero indebitarsi con le banche per ben 20 anni, vedendosi costretti a sottoscrivere anche una polizza assicurativa».