Come valuta il piano di Bondi?Considero positivo il fatto – risponde Mimmo Panarelli, segretario della Fim-Cisl di Taranto – che non si fermi agli interventi imposti dall’Aia ma punti a riposizionare l’Ilva sul mercato e a riconquistare i clienti persi in questi anni.
Si allontana dunque lo spauracchio della chiusura?In queste ore no. Manca liquidità. Lo stesso Bondi parla di una patrimonializzazione di 1,8 miliardi per andare avanti. Sappiamo che i Riva devono pronunciarsi e che ci sono delle alternative. Il sindacato ricorda solo una cosa: i lavoratori hanno già dato, ora chiedono certezze. Taranto non ha alternative – oggi – alla siderurgia e all’Ilva, senza un prestito-ponte che tocca al governo garantire non saranno pagati gli stipendi il mese prossimo e questo sarebbe gravissimo. Ci sono ancora motivi per temere.
Quali, in particolare?Si affrontano le questioni troppo lentamente. Abbiamo perso mesi per la pubblicazione del piano ambientale, ora servirà un Dpcm per recepire il piano industriale, una volta che il governo l’avrà condiviso. Questo significa altri mesi. Non abbiamo tutto questo tempo. Mi auguro che il governo se ne renda conto.
Quando discuterete il piano industriale?Il 28 abbiamo un appuntamento con Bondi proprio per questo.