venerdì 31 gennaio 2014
I tempi di ricollocazione individuale medi scesi a 4,9 mesi, e nell’86% dei casi la nuova retribuzione è pari o superiore alla precedente.
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“È realistico oggi pensare di poter superare il dramma della perdita del posto di lavoro? La risposta è più semplice di quanto si pensi: realistico o no che sia, è comunque necessario. E chi sa fare di necessità virtù, rimboccandosi le maniche, ce la fa. Meglio, però, se dispone di un aiuto strutturato”Così Giorgio Paladin presenta il valore del servizio di supporto alla ricollocazione professionale, di cui si occupa da 25 anni alla guida di Uomo e Impresa, la società del gruppo Umana specializzata in Outplacement.L’accento viene posto in particolare sull’outplacement Individuale per dirigenti, quadri ed impiegati. Nel 2013 si sono rivolte ad Uomo e Impresa aziende metalmeccaniche (29%), del terziario avanzato (16%), del commercio (31%), del settore chimico e plastico (20%), e manifatturiero (4%), le quali, a fronte della necessità di separarsi consensualmente da collaboratori non più strategici, hanno messo loro a disposizione l’impegno di Uomo e Impresa, che li ha seguiti fino alla soluzione del loro problema occupazionale.“I tempi medi di prima ricollocazione sono stati nel 2013 di 4,9 mesi, in calo rispetto all’anno precedente” continua l’amministratore delegato di Uomo e Impresa “Nei casi specifici, i tempi stati tanto più rapidi quanto più veloce è stata la dinamica della separazione dall’azienda di provenienza: entrando subito in outplacement, l’energia che fino a ieri la persona metteva nel suo lavoro viene impiegata con profitto, con il supporto del consulente di carriera, nell’impegnativo percorso di rilancio professionale”.Qualcuno, naturalmente, di tempo ce ne mette di più: i fattori condizionanti sono molteplici e specifici,   primo tra tutti la paura di non farcela. Il secondo fattore è la forte necessità di aggiornamento e innovazione professionale rispetto alle aree di competenza dei candidati (prevalentemente processi produttivi 40%, comunicazione/marketing 22% , amministrazione e finanza 16%, logistica 13%). Il terzo fattore di difficoltà è la ricerca, spesso ostinata, di un contratto definitivo, in tempi in cui la flessibilità in ingresso è irrinunciabile e premiante al tempo stesso.“Dal 2009 ad oggi il 67% dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato dei candidati in outplacement da noi seguiti (diverse centinaia di persone) sono maturati partendo da contratti a tempo determinato e  da contratti di somministrazione, uno strumento sempre più utilizzato anche per rientrare in azienda - spiega Paladin  -. Si è trattato in maggioranza di uomini (68%, contro un 32% di donne), di età compresa tra i 32 ed i 58 anni, di profilo medio-alto (45% impiegati, 19% quadri, 32% dirigenti). Non ci piace dare illusorie previsioni alle persone: preferiamo metterle di fronte alla dura realtà di un mondo del lavoro fatto di evoluzione e di competizione, nel quale le buone opportunità di lavoro si raggiungono con l’umiltà (riconoscimento del bisogno di studiare e riqualificarsi), con la fatica (trovare lavoro è, in sostanza, un lavoro) e con la fiducia in se stessi (volere è potere). Umiltà, fatica e fiducia alle quali, naturalmente, ci associamo anche noi, con sempre maggiore impegno. Il nostro successo consiste nell’aiutare gli altri ad avere successo: nell’ultimo anno, l’86% delle ricollocazioni da noi accompagnate ha portato ad una  retribuzione paragonabile o superiore a quelle del precedente lavoro”.
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