giovedì 2 ottobre 2014
Dinamico, con capacità imprenditoriali e una competenza solida su materie anche molto diverse tra loro. Questo l'identikit del professionista che l'Anammi (Associazione nazional-europea degli amministratori d'immobili) vuole formare con i suoi prossimi corsi.
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Dinamico, con capacità imprenditoriali e una competenza solida su materie anche molto diverse tra loro. Questo l'identikit dell'amministratore di condominio che l'Anammi (Associazione nazional-europea degli amministratori d'immobili) vuole formare con i suoi prossimi corsi, destinati ai futuri professionisti di un settore che, entro il 2015, richiederà circa 2mila nuovi operatori. Nelle principali città italiane, avrà inizio, infatti, il percorso di preparazione in aula, dalla durata di circa tre mesi, studiato per chi intende diventare un 'manager' del condominio. In particolare, a Napoli si parte martedì 14 ottobre, a Bologna lunedì 20, a Milano martedì 21, a Messina mercoledì 22, mentre a Roma la formazione inizia martedì 28 ottobre.La campagna corsi, per l'anno 2014-2015, prende avvio dopo la pubblicazione, lo scorso 24 settembre, del decreto n.140 del ministero della Giustizia, che regolamenta i criteri e le modalità della formazione per gli amministratori condominiali. "Un provvedimento - osserva Giuseppe Bica, presidente dell'Anammi - che conferma la filosofia con la quale siamo nati: fornire agli operatori del settore tutti gli strumenti idonei per diventare professionisti seri e competenti. Ora, più che mai, c'è bisogno di una formazione adeguata".Il decreto, che andrà in vigore a partire dal 9 ottobre, punta su una severa selezione dei docenti e della materie di insegnamento, allo scopo di 'professionalizzare' al meglio gli amministratori. "Molte disposizioni - spiega Bica – sono realtà consolidata per le organizzazioni come l'Anammi. L'obbligo di formazione e di aggiornamento, la sussistenza dei diritti civili, il diploma di scuola superiore, oltre al codice deontologico, sono tutti elementi che, da più di vent'anni, imponiamo ai nostri iscritti".Semmai, il nuovo decreto raccoglie molti degli spunti che, nel corso della sua stesura, sono giunti dalle associazioni più rappresentative del settore. "La possibilità di ampliare i programmi e le ore di corso, che ora dovranno essere almeno 72 - precisa il presidente dell'Associazione - ci consentirà di offrire una formazione ancora più attenta alle esigenze della professione, sempre più complessa, sia per la giurisprudenza in continuo mutamento sia per le nuove competenze che, negli anni, hanno coinvolto l'amministratore condominiale".Accanto alle nozioni tradizionali di contabilità e diritto, ora il professionista del condominio dovrà sapersi orientare in materia di contratti, risoluzione dei conflitti, informatica, relazioni istituzionali e urbanistica. A fine corso, all'iscritto che ha scelto la formula professional, vale a dire l'adesione da professionista, sarà consegnata l'attestazione di conformità, come stabilito dalla legge 4 del 2013 per le professionisti non ordinistiche. Inoltre, il neo-amministratore potrà contare sulla possibilità di consulenze illimitate e sulla polizza di responsabilità professionale, stipulata dall'Anammi con la W.R. Berkley Insurance. Il massimale previsto dall'assicurazione copre tutti i rischi del professionista, compresi quelli alle prestazioni dei collaboratori di studio, anche in caso di sanzioni e ammende a questi imputabili.Quello del condominio, in temi di crisi, è uno dei pochi settori a mostrare una certa vivacità. "Già lo scorso anno i nostri iscritti sono aumentati del 20% - spiega il numero uno dell'Associazione - e, secondo una nostra stima interna, entro il 2015 il mondo condominiale richiederà duemila nuovi operatori del settore. In tempi di calo occupazionale, è un numero da record, di cui non possiamo non tenere conto".
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