lunedì 22 dicembre 2008
Grazie alla diminuzione del costo del denaro in Eurolandia (sceso al 2,50%) chi sta rimborsando un prestito-casa può risparmiare oltre 3mila euro in un anno, 280 euro al mese. Ma secondo i consumatori in Italia i prestiti sono più cari di oltre mezzo punto rispetto alla media Ue.
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Mutui casa a tasso variabile in brusco calo dopo il picco raggiunto tra ottobre e novembre. Grazie alla diminuzione del costo del denaro in Eurolandia (sceso al 2,50%) e alla schiarita sui mercati finanziari chi sta rimborsando un prestito-casa può godere oggi di rate tagliate fino a oltre 250 euro mensili. Alla caduta dell’Euribor, il tasso interbancario europeo a cui sono agganciati i mutui, fanno riscontro però, secondo le associazioni dei consumatori, aumenti dello spread (la «commissione» percentuale aggiuntiva applicata dalla banca) per i nuovi mutuatari: si tratta del tasso aggiuntivo richiesto dalla singola banca, che concorre a formare il costo complessivo del mutuo. Una vera e propria beffa si profila intanto per le famiglie che nei mesi scorsi hanno contratto un mutuo a tasso fisso per evitare rischi. Ora sono obbligate a pagare un centinaio di euro al mese in più di quanto farebbero con un contratto fatto oggi. Una trappola in cui sarebbero finite 400mila persone, secondo i consumatori, che chiedono un intervento del governo. La caduta del variabile. L’euribor a tre mesi ha toccato il picco lo scorso 9 ottobre al 5,39%, quando la rata di un mutuo da 200.000 euro con rimborso in 30 anni aveva raggiunto circa 1.250 euro al mese. Oggi l’euribor è sceso al 3,08% e la stessa rata vale intorno ai 970 euro, con un risparmio di 280 euro al mese (a tasso stabile ben oltre tremila l’anno). Significativa la riduzione anche per un mutuo da 100 mila euro ventennale: la rata è scesa da 740 a 610 euro con un minor esborso di 130 euro al mese (1560 l’anno). Il nodo degli spread. I tassi complessivi praticati oggi sui mutui stanno tra il 3,9 e il 4,5%. Secondo Adusbef e Federconsumatori, le banche stanno però rialzando «a proprio piacimento» gli spread in modo da «conservare elevati i propri guadagni» mentre cala l’euribor. Per Elio Lannutti e Rosario Trefiletti «bisogna regolamentare anche questo aspetto» perché «quando il tasso è basso le banche finiscono per guadagnare due volte». In base alle elaborazioni fornite da Mutuionline, gli spread praticati sui muovi mutui stanno oggi in genere tra l’1 e l’1,35% mentre fino a pochi mesi le offerte più vantaggiose partivano dallo 0,7-0,8%. Ai consumatori ha replicato ieri l’Abi spiegando che gli spread sui mutui già in essere sono definiti dal contratto e non possono quindi essere variati. Quanto ai nuovi contratti l’associazione bancaria sottolinea però che «non è incoerente» che in una fase ad alta volatilità come questa i differenziali vengano ritoccati al rialzo, dal momento che la recessione aumenta i rischi di insolvenza. Per i consumatori resta poi troppo elevato anche il differenziale fra il tasso Bce e l’euribor. Alla fine i risparmiatori italiani devono «pagare sul mutuo uno 0,54% in più rispetto alla media Ue», un differenziale che in 30 anni vale fino a 15mila euro in più di interessi.
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