giovedì 24 ottobre 2013
Su 100 beneficiari hanno trovato impiego altre 143 persone. Lo rileva l'Ente nazionale per il Microcredito che ha presentato i risultati del monitoraggio realizzato per il ministero.
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​Il microcredito è un moltiplicatore di occasioni di lavoro, su 100 utilizzatori di microcredito finalizzato all'attività lavorativa gli occupati complessivi sono 243. Per la prima volta in Italia c'è un riscontro occupazionale sul microcredito. A realizzarlo, l'Ente nazionale per il Microcredito che ha presentato i risultati del monitoraggio delle iniziative di microcredito in Italia realizzato per il ministero del Lavoro. Secondo lo studio, infatti, il microcredito finalizzato ad attività lavorativa ha prodotto occupazione: su 100 beneficiari, hanno trovato impiego altre 143 persone, oltre ai beneficiari stessi."Il microcredito ha favorito soprattutto l'avvio di nuove attività - spiega il rapporto - prevalentemente autonome, con forme giuridiche semplici e un mercato ristretto: nell'88% dei casi si tratta di attività di servizi e molto più raramente di attività di artigianato manifatturiero (6,5%). Ancor meno di attività nel campo dell'agricoltura (5,4%), quasi tutte però con buone prospettive di mercato. Molto spesso si tratta di lavori semplici e in settori tradizionali, con mercati ristretti e redditi contenuti, ma che attestano una discreta capacità di iniziativa che attraverso il microcredito ha potuto esprimersi e mobilitarsi".Lo studio ha permesso di tracciare anche un profilo dei beneficiari. Per quanto riguarda il microcredito per l'attività lavorativa sono in maggioranza uomini, giovani con meno di 35 anni, diplomati e talvolta anche laureati, coniugati e single, concorrenti insieme ad altri al reddito familiare. Per il microcredito socio-assistenziale, invece, sono per lo più donne, con età maggiore di 45 anni, diplomate, coniugate, ma anche divorziate o separate e rappresentano prevalentemente l'unica fonte di reddito. Il monitoraggio ha consentito di quantificare i microcrediti concessi nel 2012 alle principali categorie svantaggiate. "Sul totale dei microcrediti erogati in Italia, le donne ne hanno assorbito più della metà - spiega lo studio -precisamente il 52%. I giovani poco più di un quinto, cioè il 20,8%, e gli immigrati il 46,2%. In termini di ammontare concesso, la metà è stato distribuito a donne, il 23,7% a giovani e il 25,8% a immigrati. Donne e immigrati attingono soprattutto al microcredito socio-assistenziale, sia in termini di numero di prestiti che di ammontare. I microcrediti produttivi vedono invece una partecipazione degli immigrati assai ridotta, sia in termini di numero di prestiti che di importi erogati, mentre sono più consistenti in questo ambito per i giovani, anche con importi più elevati".Secondo lo studio, per circa l'80% dei beneficiari, il microcredito ha avuto effetti importanti sul proprio futuro. Molti di loro, infatti ritengono che se non avessero ottenuto il microcredito non sarebbero riusciti a realizzare quanto ha potuto con il prestito ottenuto. "La stragrande maggioranza dei beneficiari - spiega il rapporto - conferma la scelta del ricorso al microcredito, oltre il 90% degli intervistati la reputa infatti giusta, specie nelcaso del microcredito finalizzato all'attività lavorativa".
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